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Ghisleri spiega che le elezioni le decideranno Iva e Flat tax, insomma il portafogli

Elezioni, pasquino

Altro che Siri, Raggi, e stilettate gialloverdi. Tasse, risparmi, investimenti, lavoro, fiducia nel futuro. Sono altre le urgenze degli italiani a sentire Alessandra Ghisleri, la regina delle sondaggiste italiane. Dati alla mano consegna a Formiche.net l’ultima fotografia della politica italiana fatta dal suo istituto per Porta a Porta martedì. “Non abbiamo ancora idea di quale impatto avranno i casi Siri e Raggi sulle intenzioni di voto, che risentono tantissimo dell’attualità” – ci spiega. Va da sé che scandali, azzuffate e gossip si rispecchiano sempre nei sondaggi settimanali. I numeri parlano: “Nella nostra ultima rilevazione la Lega è risalita intorno al 33%, complice l’avviso di garanzia per il caso Sea-Watch consegnato a Matteo Salvini, Forza Italia rimane intorno al 10,6%, Fratelli d’Italia 5,5%, il Pd in leggero calo dopo lo scandalo della regione Umbria”.

Attenzione però, ammonisce l’esperta, ci sono altri fattori determinanti sul lungo periodo. Gli italiani, dicono in coro le rilevazioni targate Euromedia research, hanno gli occhi puntati sull’economia, o, ad esser più veniali, sul loro portafoglio. Immigrazione e terrorismo, campioni indiscussi della top 10 delle paure degli europei fino all’anno scorso, in Italia hanno perso posizioni. “Salvini ha rispettato le promesse, ha posto all’attenzione dell’Europa le migrazioni nel Mediterraneo, oggi i punti salienti sono tutti economici – ci dice la Ghisleri – ma in fondo anche quando si parla di migranti c’è l’economia dietro, la gente ha paura che l’immigrato le rubi la casa o il lavoro”.

Le tasse contano, e questo spiega il nervosismo in casa Lega sui continui rimpalli alla flat tax, spaventa soprattutto l’aumento dell’Iva, ma è solo una faccia della medaglia. “Dai nostri sondaggi emerge il timore degli italiani di non riuscire a pianificare una vita economica famigliare, di non avere prospettive di crescita e di lavoro, che non ci sia un sostegno adeguato per entrare nel mondo lavorativo né strumenti idonei per farne uscire i più anziani”. “Un grande velo avvolge i pensieri di tutti i cittadini sondati, di qualunque parte politica – continua la Ghisleri – “una paura del futuro dovuta alla mancanza di sicurezze”. Reddito di cittadinanza e Quota 100, i due cavalli di battaglia della maggioranza, non hanno avuto un impatto dirompente sulle intenzioni di voto. Perché? Semplice, “non sono stati ancora erogati e la gente non li percepisce come acquisiti, finché non vede soldi in busta paga l’italiano non reagisce a queste misure, lo abbiamo visto con gli 80 euro di Renzi che infatti hanno dato uno sprint al Pd nei sondaggi”.

Insomma, chiediamo alla studiosa, con quale forma fisica arriveranno al traguardo delle elezioni europee di maggio i principali partiti italiani? Difficile a dirsi, ci risponde, “il 27 aprile le rispettive liste saranno pubblicate e dopo il lungo ponte partirà la grande battaglia”. Le elezioni europee sono da sempre avvolte dall’indifferenza generale, è il rush degli ultimi dieci giorni a far la differenza. “C’è un voto stabile, di appartenenza, il cosiddetto zoccolo duro, e poi il voto di opinione che in questo tipo di elezioni si sposta tantissimo”. Chi ha le spalle larghe in casa non è detto che ce le abbia anche fuori, dice Ghisleri: “Se la tua rappresentanza in Europa è un gruppo politico che ha poco appeal in altri Paesi il tuo eventuale successo in patria è solo relativo”.

Certo, Lega e Cinque Stelle approderanno a Strasburgo con un bagaglio di voti e un retaggio ben diversi. La forbice fra i due alleati non ha fatto che allargarsi negli ultimi mesi. “Il Movimento Cinque Stelle ha fermato l’emorragia dopo che ha toccato il fondo del 19%, poi è lentamente risalito fino a fermarsi – chiosa Ghisleri – non è stato aiutato dalle elezioni amministrative, perché ha da sempre candidati meno conosciuti che non si presentano in coalizioni ma in liste singole”. Il rallentamento ha preoccupato i vertici che infatti hanno dato il via a un cambio di strategia. “Il voto del M5S nasce dal basso, dalla protesta delle persone che non si trovavano più rappresentate dalla classe politica e imprenditoriale – dice la sondaggista – ora che è al governo deve fare i conti con i corpi intermedi della società, come Confindustria, e questo dualismo lo mette in difficoltà”. Di qui il ritorno alla retorica pasdaran, e la raffica di attacchi all’alleato leghista culminati in un j’accuse pubblico di Luigi Di Maio a Matteo Salvini su Facebook: “una parte della base M5S non ha perdonato agli eletti il cambio di passo su battaglie storiche come Tap, Tav, ambiente e li ha penalizzati”.

E il Carroccio? Salvini vive di rendita del “mito del buon governo ereditato da Silvio Berlusconi”, è l’analisi dell’esperta. “La Lega vanta decine di battaglie sul territorio, ha fatto eleggere parlamentari che hanno sempre fatto gavetta in mezzo alla gente e questi sono punti in più nei sondaggi”. La rottura è in arrivo? Forse, conclude Ghisleri, ma molto dipende dalle motivazioni. La questione dei porti aperti, chiusi o socchiusi sollevata dal ministro Trenta non sembra focale: “è un dossier molto ambiguo, ormai anche buona parte dell’elettorato M5S e di sinistra è molto severo sull’accoglienza”.

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