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Londra disobbedisce a Washington e dice sì al 5G di Huawei (con limiti)

Brexit may referendum regno unito

Nonostante gli innumerevoli warning provenienti da Washington, il governo britannico consentirà al colosso cinese Huawei l’implementazione della rete 5G nel Regno Unito.
A deciderlo – scrive il Telegraph – sarebbe stato il Consiglio di sicurezza nazionale presieduto dalla premier Theresa May, che avrebbe dato un ‘via libera’ (criticato anche da alcuni membri dell’esecutivo) affinché l’azienda di Shenzhen abbia un accesso limitato alla struttura ‘non core’, non cruciale, per esempio le antenne e le componenti di rete.
Si tratta in ogni caso di una scelta dalla forte rilevanza operativa, ma anche politica e simbolica, che gli esperti inquadrano nella volontà di Londra di tenere aperta una porta alla Cina ora che, dopo la Brexit, l’isola tornerà a ‘navigare in solitaria’ nel mondo. La decisione segnala tuttavia anche una frattura, seppure parziale, nei cosiddetti Five Eyes, la stretta alleanza di intelligence sharing che raggruppa Regno Unito, Usa, Australia, Canada e Nuova Zelanda.

I RAPPORTI TRA LONDRA E HUAWEI

La storia dei rapporti tra Londra e Huawei, ha raccontato a Formiche.net l’avvocato esperto in diritto delle tecnologie Stefano Mele, “è iniziata circa 14 anni fa con l’utilizzo della tecnologia del colosso cinese da parte di British Telecom, la prima azienda del Vecchio continente ad affidarsi ad apparecchiature della società di Shenzhen. Per limitare i potenziali rischi, nel 2010, il governo britannico ha chiesto a Huawei di istituire all’interno del Regno Unito un centro di verifica dei propri prodotti, il Huawei Cyber Security Evaluation Centre (situato a 70 miglia da Londra, equivalenti a circa 130 chilometri, ndr), all’interno del quale operano a stretto contatto i dipendenti dell’azienda e il personale dell’intelligence britannica. I servizi britannici, peraltro, mantengono la presidenza del comitato di sorveglianza di questo centro di verifica attraverso un alto dirigente del Gchq”.

Il funzionamento del meccanismo messo in piedi dal Regno Unito, ha spiegato Mele, è piuttosto semplice: “ogni anno il governo inglese, attraverso il Huawei Cyber Security Evaluation Centre, svolge degli audit su quelle che crede essere le tecnologie di Huawei di maggiore interesse per la propria sicurezza nazionale. Entro lo stesso anno, il colosso cinese prende l’impegno di sanare eventuali lacune o vulnerabilità segnalate e di indicare le modalità di intervento attraverso un report dedicato. Nell’ultimo report annuale di Huawei, ad esempio, emergono alcune criticità – specialmente tecniche – sulla tecnologia 5G”. Vulnerabilità che, secondo un recente documento britannico, non sarebbero state sanate, nonostante l’impegno di Huawei di spendere 2 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per migliorare i suoi processi di software e di sicurezza.

LA FRATTURA NEI FIVE EYES

Solo pochi giorni fa, era uscita la notizia di un incontro fissato da Washington all’inizio di maggio a Praga per convincere i Paesi europei a studiare nuove misure di sicurezza condivise per tagliare fuori Huawei dalle gare per la costruzione di reti 5G. Un appello che Londra non ha ascoltato, nonostante gli Usa –  ha rivelato il Times – avessero comunicato mesi addietro a Londra l’esistenza di un presunto finanziamento dell’intelligence di Pechino alla telco cinese che invece continua a dichiararsi privata. Questa delicata informazione, ha evidenziato il quotidiano londinese, sarebbe stata condivisa già all’inizio dell’anno proprio con i partner dell’alleanza dei ‘Cinque occhi’. È “problematico”, ha poi detto la stessa fonte anonima alla testata britannica, consentire a Huawei di vendere la propria tecnologia a uno dei Paesi dei Five Eyes (o a alleati Nato), perché “la Cina ha leggi per la sicurezza nazionale e l’intelligence che costringono le aziende a collaborare con le forze armate cinesi. Non esiste un vero settore privato” nel Paese. Parole esplicite, che interrogano gli addetti ai lavori sulla possibilità di una potenziale riduzione della tradizionale e preziosa cooperazione tra Londra e Washington qualora il Regno Unito dovesse andare fino in fondo con questa scelta, che esclude comunque le parti più sensibili della futura rete 5G. Da cosa potrebbe essere stata dettata, dunque, questa scelta?

IL MONDO POST-BREXIT

Per Mele, “l’apertura di Londra a Huawei non si comprende se non si tiene conto delle sfide che il Paese dovrà affrontare nel prossimo futuro con la decisione di uscire dall’Unione europea”. Secondo il legale, “Londra è consapevole del fatto che potrà nascere qualche frizione con Washington, ma con la scelta di escludere la compagnia cinese dal ‘core’ della rete non trascura nei fatti i fondamentali del suo solido rapporto transatlantico. Al tempo stesso si tiene aperte delle ‘alternative’, anche in vista della Brexit. E in questo senso, mantenere un dialogo con la Cina, seconda potenza globale, rappresenta per il Regno Unito una scelta strategica”.

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