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Il dna a portata di smartphone. L’idea di Infocamere per le imprese

Ogni impresa ha la sua storia, i suoi numeri, i suoi bilanci. E in un mondo globalizzato, interconnesso 24 ore su 24, avere sempre a portata di mano, o meglio di clic, i propri dati è essenziale. D’altronde se si vuole fare affari la prima regola è avere un buon biglietto da visita, possibilmente digitale. In questa logica oggi pomeriggio presso il Tempio di Adriano, Infocamere, la società informatica delle camere di commercio italiane, ha presentato Token wireless,  il chiavistello con cui è possibile accedere alla propria carta di identità aziendale, in qualsiasi momento e da ogni dove. Ultimi bilanci, dati societari, visure camerali, governance e tutto quello che costituisce il dna di un’azienda.

Grazie a questo servizio un imprenditore può in pochi secondi accedere alla propria identità digitale tramite smartphone o chiavetta usb nel caso si disponga di un pc, usufruendo di tutte le informazioni e servizi messi a disposizione dalle Camere di commercio, sia per presentarsi ad un’altra azienda, sia per ottenere i dati necessari agli adempimenti amministrativi.

Nella sostanza dunque, l’imprenditore ha la propria identità digitale sempre in tasca e diventa libero di firmare e consultare i propri documenti quando e dove vuole, gestire le pratiche della propria impresa e accedere ai servizi digitali disponibili presso i cosiddetti cassetti digitali, il contenitore virtuale con tutte le informazioni delle imprese associate alle camere di commercio.

“Con il cassetto digitale dell’imprenditore”, ha spiegato il dg di Infocamere, Paolo Ghezzi “dalla metà del 2017 le Camere di Commercio hanno portato direttamente sullo smartphone dell’imprenditore, in modo gratuito, tutti i documenti ufficiali dell’impresa. Oggi circa 300 mila imprese su un potenziale di oltre 6 milioni accedono in mobilità e sicurezza alla propria visura,  anche tradotta in inglese, agli ultimi 3 bilanci, allo statuto e al libro soci, alle certificazioni ambientali e di qualità, alle attestazioni di rating di legalità”.

Mattia Fantinati, sottosegretario alla Pa, ha allargato lo spettro del discorso, parlando di una “burocrazia che oggi più che mai deve essere lungimirante, deve produrre dei servizi: è così che immagino la Pubblica amministrazione, come un produttore di servizi per i cittadini. E questa missione, non certo facile, è stata presa così a cuore da questo governo, che lo stesso premier Giuseppe Conte ci ha messo la faccia”. Secondo Fantinati “qualsiasi interlocuzione di un imprenditore o di un comune cittadino con la Pa deve poter essere fatta da casa, dalla scrivania. Questo è il nostro obiettivo. Senza dimenticare che la digitalizzazione oggi corrisponde ai concetti di regolarità, trasparenza, efficienza e soprattutto riduzione dei costi”.

“Ci sono”, ha concluso Fantinati parlando dello stato della Pa in Italia, “Pubbliche amministrazioni che insegnano alle altre. Ma il vero problema è che abbiamo una Pa che non sembra in grado di digitalizzarsi, forse anche a causa dell’elevata età media. Ora cambieremo direzione, sbloccando il turn over: dobbiamo assolutamente tornare ad assumere nella Pa, ma senza creare poltronifici”.

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