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Chi è Ihor Kolomoisky, l’oligarca vicino a Zelensky. L’analisi di Nona Mikhelidze (Iai)

Non sono pochi i sospetti che dietro il nuovo presidente dell’Ucraina, Vladimir Zelensky, ci sia un oligarca che risiede al momento in Israele, Ihor Kolomoisky, acerrimo nemico di Petro Poroshenko e proprietario del canale televisivo che ha mandato in onda la serie con protagonista proprio Zelenski. “Si tratta solo di rumors” ha spiegato Nona Mikhelidze, head of the Eastern Europe and Eurasia Programme dell’Istituto affari internazionali, in una conversazione con Formiche.net, e bisognerà capire se e quanto le politiche del nuovo presidente si piegheranno alle richieste dei vari oligarchi che detengono il potere economico nel Paese, compreso Kolomoisky.

Il nuovo presidente ha molte sfide davanti a sé, e la vaghezza del suo programma lascia aperte perplessità e dubbi su dossier come il conflitto nel Donbass e la lotta alla corruzione.

Cosa lega l’oligarca Ihor Kolomoisky, più volte indicato come uomo dietro Vladimir Zelensky, e il nuovo presidente dell’Ucraina?

Innanzitutto bisogna dire che sono dei rumors quelli secondo cui lui sarebbe dietro Zelensky, non c’è nulla di dimostrabile. I sospetti sono nati perché, ad esempio, il consulente legale di Zelensky, un certo Andrii Bohdan, era l’avvocato personale di Kolomoisky. Poi è uscita un’inchiesta di alcuni giornalisti investigativi in cui si diceva che Zelensky avrebbe viaggiato 14 volte negli ultimi 10 anni a Ginevra e a Tel Aviv dove risiede Kolomoisky. Un altro indizio è il fatto che il canale tv di cui Kolomoisky è proprietario, 1+1, ha promosso attivamente tutta la campagna elettorale di Zelensky. Quindi sono questi tre fattori principali che hanno fatto sì che si pensasse che ci sia un collegamento tra il neo presidente e l’oligarca. Ovviamente non ci sono le prove, ma dobbiamo anche aggiungere che per Kolomoisky Poroshenko era il nemico n. 1, quindi non poteva che essere contento della sua sconfitta.

Ma chi è Kolomoisky e quali i suoi interessi economici?

Su Kolomoisky si può dire che è un oligarca ultracinquantenne che ha quote nei mass media, nell’industria dei metalli e nelle compagnie aeree in Ucraina ed è stato accusato, durante la presidenza di Poroshenko, di aver rubato oltre 5 miliardi dalla PrivatBank, fondata da lui stesso. Lui ha negato ovviamente le accuse, ma è stato comunque costretto a lasciare l’Ucraina e adesso risiede in Israele. La banca è stata sequestrata e c’è stata una privatizzazione forzata. Ora Kolomoisky chiede un risarcimento e si vedrà se e come i giudici soddisferanno questa richiesta. Il punto importante su di lui è che ha un buon sostegno nella sua regione di provenienza in cui ha anche governato, il Dnipropetrovs’k, che si trova nell’est dell’Ucraina. In questa regione la popolazione crede che lui sia stato un personaggio chiave nel fermare l’aggressione della Russia nella regione del Donbass. Bisogna ricordare che la Russia voleva conquistare anche la parte di Odessa e di Dnipropetrovs’k e Kolomoisky ha investito circa 10 milioni di dollari per creare il cosiddetto battaglione Dniepr che è stato capace poi di difendere effettivamente la regione e fermare l’avanzata di Putin. In questa regione, quindi Kolomoisky è considerato proprio un patriota capace di resistere all’aggressione russa e capace di evitare l’ulteriore destabilizzazione dell’Ucraina dell’est. Ha conquistato poi ulteriori punti di popolarità quando in una intervista ha definito Putin un nano schizofrenico a cui il presidente russo aveva risposto che lui era un truffatore, capace di imbrogliare anche un oligarca russo come Abramovich. Uno scambio di accuse poco serio, ma comunque agli occhi della gente ha fatto crescere il suo livello di popolarità.

Zelensky ha vinto anche per la promessa di cercare un dialogo con Putin sul conflitto ancora in corso nel Donbass. Quali sono gli altri motivi?

Le ragioni della vittoria di Zelensky sono diverse, ma non si può non considerare che la sua vittoria non si è limitata a una parte dell’Ucraina, ma ha vinto ad est come a ovest, dal nord al sud. Questo ha dimostrato che quando gli ucraini votano non è per una questione di identità o nazionalismo, non è mai questione di sovranismo o, come spesso si dice in Italia, di fascismo. Il 70% dei cittadini ha votato per un candidato che ha problemi visibili quando parla in ucraino, perché lui nasce in una regione in cui la prima lingua parlata è il russo, e così vale per lui, e quando ha parlato durante occasioni ufficiali ha avuto proprio problemi visibili. Il fatto che gli ucraini non abbiano votato per il candidato che faceva della sua lingua una fede, ossia Poroshenko, che ha puntato molto sui temi nazionalisti nella sua campagna elettorale, dimostra che gli ucraini non puntano sulle questioni identitarie. La narrativa che vorrebbe gli ucraini come nazionalisti e addirittura fascisti viene sfatata da questo risultato.

La democrazia in Ucraina non è quindi in discussione…

L’Ucraina è stato un Paese che non ha concesso a nessuno il secondo mandato. Dopo Kučma è arrivato Juščenko, poi Janukovyč che è stato cacciato nel 2014 a seguito della rivoluzione di Euromaidan e neanche Poroshenko è stato capace di farsi rieleggere per un secondo mandato. Mentre se guardiamo la mappa delle elezioni dei Paesi post-sovitici abbiamo in Bielorussia Lukashenko che governa dal 1994, in Azerbaigan al momento il presidente è Ilham Aliyev, che è stato preceduto dal padre Heydar Aliyev e poi la Russia in cui c’è Putin dal ’98, con la pausa della presidenza Medvev, ma Putin era comunque primo ministro. Ecco, l’Ucraina in questo si differenzia e la gente pretende molto di più dai suoi governanti e non si possono considerare solo le questioni nazionalistiche per avere successo. Un ulteriore esempio è la questione dell’indipendenza della Chiesa Ortodossa che, durante il mandato di Poroshenko, è arrivata a compimento. Ecco, lui contava molto su questo per attirare fasce di elettorato ma non è stato sufficiente. Gli ucraini vogliono i risultati concreti nelle questioni di politica interna, come la lotta alla corruzione in cui Poroshenko non ha portato a casa i risultati che aveva promesso.

Insomma, gli ucraini hanno votato più contro Poroshenko che per Zelensky?

Gli Ucraini hanno punito Poroshenko e hanno fatto una scelta azzardata, perché votare Zelensky voleva dire votare a scatola chiusa. Non è mai stato chiaro sul suo programma, ha detto che avrebbe introdotto una sorta di sistema di referendum sulle questioni Nato, su questioni Ue, sulla questione dell’indipendenza giudiziaria quindi adesso vedremo quanto tutto questo ha fatto parte della campagna elettorale o se arriverà qualche proposta concreta. La sua vittoria sicuramente ha il lato positivo che mostra una società civile vibrante, una popolazione che è capace di richiedere e se non ottiene i risultati concreti poi punisce attraverso le elezioni. Già il fatto che il contesto permetta un cambiamento attraverso le elezioni pacifiche (non ci sono stati casi di scontri, se non verbali) dimostra che la democrazia funziona. Anche Poroshenko ha accettato la sconfitta senza protestare. tutto questo parla di una Ucraina democratica. Il fattore negativo, invece, è questo aspetto di imprevedibilità: sui maggiori dossier non sappiamo che posizioni prenderà e le vere sfide saranno diverse.

Quali?

La prima sono le elezioni ad ottobre per la formazione del Parlamento, per cui lui dovrà mobilitare il suo partito per ottenere un risultato significativo per poter governare e implementare le sue idee politiche, se ce le ha. La seconda sfida sarà resistere agli oligarchi, quindi ritornando a Kolomoisky, se in qualche modo dietro Zelensky c’è lui bisognerà vedere quanto lui sarà in grado di resistere alle sue pressioni. Un’altra sfida sarà la demonopolizzazione nei settori dell’economia dove i monopoli sono in mano a diversi oligarchi e poi la sfida della cosiddetta “rule of law” e l’indipendenza del sistema giudiziario dal sistema politico. Non sono sicura che lui ne sarà capace, soprattutto considerando che non ha esperienza politica. Tutto dipenderà dalla squadra che nominerà nei prossimi giorni e da quanto sarà collaborativo con la società civile che l’ha scelto.

E sulla guerra in Donbass cambierà qualcosa?

Sulla guerra in Donbass non mi aspetto molti cambiamenti perché innanzitutto Putin non si è congratulato con lui e questo forse non era previsto, perché la politica di Putin sulla Crimea, il finanziamento dei separatisti e il conflitto in Donbass è basato sul concetto che la Russia dichiara che quello che è successo in Ucraina nel 2014 è stato un colpo di Stato militare, quindi tutti i governi successivi sono stati illegittimi. Questo vuole dire che anche questo governo non è ritenuto legittimo dal Cremlino, perché diversamente sarebbe come andare contro se stessi. Zelensky aveva proposto di cambiare il formato Normandia, ossia includere anche gli Stati Uniti nelle negoziazioni, ma ancora è presto per anticipare cosa potrà succedere nella zona del conflitto.

Pensa che Kolomoisky tornerà in Ucraina così come ha detto?

Se non sbaglio per tornare lui vuole la garanzia che non sarà arrestato, e non c’è stata nessuna risposta in questo senso da parte del governo ucraino. Non penso che si avventurerà senza garanzie di questo tipo, ma anche questa sarà una prova di indipendenza del sistema giudiziario ucraino dalle influenze politiche e sarà una prova per lo stesso presidente Zelensky.

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