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Libia, il governo Serraj interrompe i rapporti con la Francia. Mandato di cattura per Haftar

Il ministero dell’Interno dell’esecutivo di Tripoli ha annunciato oggi la decisione di tagliare la linea di comunicazione e cooperazione con la Francia, accusando Parigi di sostenere l’aggressione del signore della guerra dell’Est libico Khalifa Haftar, che ha tentato una dozzina di giorni fa un blitz sulla capitale per rovesciare il governo creato dalle Nazioni Unite e affidato a Fayez Serraj.

In una nota diffusa dal ministro Fathi Bashagha si parla di “interruzione degli accordi di sicurezza” con la Francia “a causa del sostegno di Parigi al comandante dell’esercito nazionale libico (Lna), del generale Khalifa Haftar”.

Non solo. In un comunicato stampa, il ministero della Difesa del governo Serraj annuncia che la procura militare di Tripoli ha spiccato un mandato di cattura contro il generale freelance e di altri sei comandanti militari, per il raid aereo compiuto nei giorni scorsi sull’aeroporto di Mitiga e e la salva di artiglieria su Abu Salim, quartiere della capitale libica.

Le decisioni sono piuttosto rilevanti se se ne considera la tempistica. Ieri il ministro della Difesa della Tunisia, Abdelkareem Zubaidi, mentre il vice di Serraj era in visita nel paese per incontrare il presidente Essebsi, ha annunciato che le forze di sicurezza tunisine tengono in custodia “13 europei” fermati al rientro nel paese sul confine con la Libia a bordo di fuoristrada, armati, con documenti diplomatici.

È la conferma di una notizia che circola da due giorni, rivelata per primo da Agenzia Nova.

L’ambasciata francese di Tunisi ha detto che erano membri dello staff di sicurezza dell’ambasciatore. Zubaidi ha dichiarato che i tredici inizialmente avevano rifiutato di consegnare le armi e mostrare i documenti.

La mossa del governo onusiano di Tripoli contro i francesi, è forte e impone alla Comunità internazionale una scelta secca, senza tentennamenti, anche perché Serraj ha denunciato l’aggressione di Haftar all’Aja, come un criminale di guerra.

A Tripoli c’è la guerra, e il costo, intanto, sono le vite civili. Haftar è bloccato sulle sue posizioni. Le milizie di Tripoli e Misurata corse in soccorso di Serraj, non avanzano, difendono le postazioni. Poche missioni mirate, per evitare danni collaterali. Il campo di battaglia è urbano, delicatissimo.

Nella notte i pro-Serraj hanno attaccato la base aerea di Tamanhint, a Saba, hinterland meridionale della capitale, centro di controllo di Haftar. Un’azione rapida con cui hanno sottratto armi, munizioni e alcuni mezzi: poi sono scappati perché temevano bombardamenti, portandosi dietro come prigioniero di guerra il comandante, ci dicono fonti dal posto. La base è ora tornata, spoglia, sotto gli haftariani.

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