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Rinnovabili in aumento, in Italia le utilizza un’azienda su quattro. Il Rapporto Irex

L’energia pulita sempre più usata dai grandi consumatori: industria, alimentari ed elettronica. Dopo la spinta delle politiche e degli incentivi pubblici, oggi gli investimenti nelle rinnovabili sono stimolati dal mercato e dai consumatori, che sono i primi a scommettere sulle energie verdi e fare da traino ad uno sviluppo più sostenibile. È quanto emerge dal Rapporto annuale Irex “Il sistema elettrico italiano e le rinnovabili. Mercato, decarbonizzazione, infrastrutture”, presentato oggi a Roma nella sede del Gse.

L’analisi delle prime 100 aziende italiane per fatturato mostra che il 23% utilizza solo energia rinnovabile, mentre circa il 35% copre con questa più della metà dei suoi consumi. Anche i consumatori puntano sempre di più sulle rinnovabili. Gli investimenti italiani nel 2018 sono stimati in 11,3 miliardi di euro per 10,8 Gw di potenza. La crescita interna ha coperto il 33% della potenza e il 42% del valore. Cresce l’eolico, arrivando al 62% della potenza totale, pari al 48% del valore, con oltre la metà delle operazioni all’estero. Il fotovoltaico copre il 31% della potenza e il 37% del valore. Nel 2018 il peso delle operazioni dell’idroelettrico è sceso al 5%, mentre è cresciuto quello delle biomasse (7% pari a 240 milioni) grazie anche agli incentivi per il biometano.

“Sta nascendo una nuova visione delle rinnovabili – ha spiegato l’economista Alessandro Marangoni, capo del team di ricerca e ceo di Althesys, che passa da una logica ‘push’ da parte delle policy e degli incentivi, ad una ‘pull’, dove la domanda dei consumatori, grandi e piccoli, trainerà lo sviluppo delle rinnovabili. Gli obiettivi sfidanti per le rinnovabili al 2030 stanno favorendo un aumento degli investimenti delle principali utility europee”.

L’industria elettrica europea, spinta dalle politiche orientate alla transizione energetica, sta indirizzando i propri investimenti verso le rinnovabili. Le venti maggiori utility europee a pianificare 78 Gw di nuovi impianti rinnovabili entro il 2025. Le top 20 coprono il 45% della capacità di generazione europea e il 32% di quella rinnovabile, pari a 166 Gw. L’Europa continua a perdere peso, mentre aumenta l’incidenza delle attività extraeuropee: l’America Latina sale al 15% degli investimenti, seguita dal Nord America con quasi il 10%. La capacità estera è aumentata del 40%, tra il 2010 e il 2017, arrivando a circa il 50% del totale. L’evoluzione coinvolge anche le compagnie oil&gas che iniziano ad investire nelle rinnovabili e nell’economia circolare.

In linea con il trend degli ultimi anni, continuano a scendere in Europa i costi di eolico e fotovoltaico, anche se nel nostro Paese rimangono i più alti a causa dei maggiori costi del sistema economico e normativo. Le politiche di decarbonizzazione puntano sull’elettrificazione dei consumi con la diffusione di nuove tecnologie. La previsione di chiusura delle centrali a carbone entro il 2025 rende necessari corposi investimenti, sia per nuova capacità di generazione (tanto a gas che rinnovabile), sia per interventi per il rafforzamento delle reti e lo sviluppo degli accumuli. È necessario definire un percorso in grado di mantenere il sistema in sicurezza.

La trasformazione del settore elettrico è stimolata dalle politiche dell’Unione Europea soprattutto con il Clean Energy Package di prossima adozione e l’entrata in vigore delle direttive sulle rinnovabili e l’efficienza energetica. L’Italia, nel gennaio scorso, ha presentato la proposta di Piano nazionale integrato per l’energia e il clima che prevede l’uscita dal carbone nel 2025, le rinnovabili al 30% nel 2030 e la riduzione dei consumi energetici del 43% sempre al 2030. Il Piano è vincolante e una volta approvato da Bruxelles non si potrà prescindere dagli obiettivi previsti.

Secondo il rapporto, nel 2018 è proseguito, in Italia, il cammino di trasformazione del settore elettrico e delle rinnovabili. Molteplici sono i percorsi, alcuni già avviati, altri ancora agli inizi. Le tendenze strategiche più evidenti riguardano: la prosecuzione della concentrazione del comparto e la crescita del ruolo degli investitori finanziari; il processo di internazionalizzazione delle imprese; lo sviluppo della smart Energy, della mobilità sostenibile e di nuovi business, tra cui il biometano; la progressiva convergenza tra le rinnovabili e l’efficienza energetica.

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