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Putin ha riadattato all’era digitale le strategie da Guerra Fredda

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Se da un lato il focus è ancora sul perdurante scontro tra il presidente Donald Trump e i Democratici, dall’altro il rapporto del procuratore speciale Robert Mueller, diffuso quasi integralmente (ci sono alcuni omissis), ha confermato le interferenze da parte di Mosca durante le elezioni presidenziali del 2016 negli Stati Uniti attraverso l’utilizzo di social network.

IL RUOLO DELL’IRA

Al centro di questa attività disinformativa secondo l’indagine ci sarebbe – e non è una sorpresa – l’Internet Research Agency, la cosiddetta fabbrica di troll russa, legata secondo l’intelligence Usa al Cremlino e ai servizi segreti russi. Le fake news e la propaganda aggressiva, messe in atto sin dal 2015, avrebbero amplificato gli effetti sia di manifestazioni a favore di Trump, sia di raduni contro la candidata democratica Hillary Clinton (hackerata assieme al Partito democratico durante la campagna elettorale). Queste interferenze, organizzate attraverso Facebook e Twitter e promosse anche attraverso messaggi privati, sottolinea l’indagine, sarebbero avvenute in diversi Stati, come New York, Florida e Pennsylvania.

LA DIFFUSIONE

Pur senza riscontrare collusioni, il rapporto di Mueller espone, infine, anche i modi in cui il team della campagna di Trump avrebbero amplificato – probabilmente per ragioni di opportunità e in modo inconsapevole – i messaggi dell’Ira sui social network. Figure di rilievo come Kellyanne Conway e Donald Trump Jr., avrebbero citato e ritwittato i contenuti pubblicati dall’Ira su argomenti scottanti come la comunicazione di alcune informazioni riservate da parte di Hillary Clinton attraverso una mail e un server privato.

LA DISINFORMAZIONE DI MOSCA

La disinformazione e i cyber attacchi attribuiti a Mosca sono stati oggetto di diversi studi condotti da Alina Polyakova, oggi fellow del think tank Brookings Institution e in precedenza direttore della ricerca presso l’Atlantic Council.

La Russia, ha spiegato l’esperta a Formiche.net, “vede l’opportunità nel caos” e nelle divisioni sociali, e cerca di amplificarne la risonanza mediatica” con ogni strumento a sua disposizione (sarebbe di un miliardo di euro l’anno, secondo alcune stime, il budget del Cremlino per le sole attività di propaganda).

Per Alina Polyakova non va sottovalutato lo sviluppo che tecnologie come l’intelligenza artificiale daranno a tecniche disinformazione attribuite nei recenti anni a Mosca, come quelle sul Web (noti i molti casi riguardanti Facebook, Youtube ma anche iniziative cross-mediali come Rt), parte di quella che è considerata a tutti gli effetti una “guerra asimmetrica”. In particolare, rileva l’esperta autrice di un’analisi dedicata all’argomento dal titolo Weapons of the weak: Russia and AI-driven asymmetric warfare, l’Ia potrebbe potenziare a dismisura l’uso della disinformazione da parte della Russia. E, teme la Polyakova, a differenza dello spazio militare convenzionale, gli Stati Uniti e l’Europa sarebbero al momento “mal equipaggiati” per rispondere ad un’eventuale warfare condotta nello spazio cibernetico e delle informazioni attraverso questi tool.

La guerra informativa russa (informatsionaya voyna), sottolinea, è diventata parte integrante del pensiero strategico russo ed è andata inevitabilmente ad intrecciarsi con la tattica “maskirovka” il termine che sta ad indicare l’arte dell’inganno e dell’occultamento in operazioni militari e non. Sotto la guida di un ex Kgb come Vladimir Putin, crede la studiosa, le strategie che avevano accompagnato la Guerra Fredda per decenni, come operazioni di influenza indirette o segrete volte a influenzare l’opinione pubblica e la politica all’estero, sarebbero state riprese e adattate ad arte all’era digitale. Il pensiero strategico russo nell’era contemporanea considererebbe gli strumenti informativi e commerciali come una vera e propria arma. La guerra dell’informazione digitale sarebbe, nell’ottica di Mosca efficace, di grande impatto ed economicamente vantaggiosa, contemporaneamente le capacità di guerra asimmetrica guidate dall’Intelligenza artificiale potrebbero fornire alla Russia un ulteriore vantaggio. Unite, naturalmente, alle suddette altre frecce presenti nel suo arco.



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