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Quella di Salvini su Roma è stata una vittoria di Pirro. Parla Senaldi (Libero)

Quella di Salvini sul salva-Roma è stata una vittoria di Pirro, è vero, ma il leader della Lega sta già guardando oltre le europee. Malgrado un errore tattico sul debito della Capitale, il ministro dell’Interno non vuole essere il responsabile per la caduta del governo, malgrado il matrimonio tra Lega e Movimento 5 Stelle sia di fatto già finito. A crederlo è Pietro Senaldi direttore responsabile di Libero e giornalista di lungo corso che in una conversazione non Formiche.net spiega cosa ci sia dietro le liti continue tra i due partiti di governo. “Il divorzio c’è, ma non si è ancora consumato, il governo regge, un po’ come quelle coppie che vivono sotto lo stesso tetto: si sono già lasciate spiritualmente ma prima di lasciarsi anche fisicamente possono passare mesi, anni”.

Le tensioni nel governo sono ai massimi livelli, il Cdm di ieri ne è la conferma. Siamo a un punto di rottura oppure no?

Senz’altro è un punto di rottura, però non è detto che non si vada avanti da rotti (ride, ndr). Intanto fino al 26 (maggio) si va avanti, poi ognuno farà i suoi calcoli. Io credo che siamo arrivati a un punto di rottura nel senso che magari il governo andrà avanti, ma ormai sia Salvini che Di Maio stanno lavorando a un piano b. Poi sa, è come nelle coppie che prima di lasciar da casa in realtà ci si è lasciati già da un anno.

Sono già separati in casa, quindi?

Il divorzio c’è, ma non si è ancora consumato, il governo regge, un po’ come quelle coppie che vivono sotto lo stesso tetto, si sono già lasciate spiritualmente, ma prima di lasciarsi anche fisicamente, possono passare mesi, anni.

Si aspettano le elezioni europee, insomma…

Ecco, questo bisognerà capirlo, perché dipenderà dai risultati. Ossia se il successo della Lega sarà davvero così fragoroso come dicono i sondaggi – e io sono un pelo meno ottimista riguardo la Lega, cioè l’ultimo sondaggio che la dava al 36-37% mi sembra eccessivo – e che numeri avranno i 5 Stelle che con questa politica aggressiva recupereranno un po’ i suoi delusi e quindi andranno meglio rispetto ai sondaggi. C’è, come ho scritto oggi, il pericolo che se Salvini fa saltare il tavolo, Mattarella, Di Maio e Zingaretti ne apparecchino uno che non va bene proprio a Salvini.

Il Movimento 5 Stelle sta picchiando fortissimo a partire dal caso Siri su cui ha chiesto un chiarimento anche con un post sul Blog delle Stelle, mentre il leader della Lega sembra meno litigioso. Salvini vuole salvare il governo?

Il discorso secondo me è molto semplice: i 5 Stelle hanno bisogno di recuperare consensi, e quindi fanno il diavolo a quattro, peraltro hanno il vento delle procure che li spinge e loro puntano su questo, perché il loro è un elettorato giustizialista. Stanno cavalcando Siri, hanno ritirato fuori Rixi, Molinari, adesso non si sa su Salvini ma loro dovranno votare anche su di lui, e quelle sono delle forche caudine. Invece Salvini ha interesse a che la rottura non gli sia attribuibile.

Perché?

Perché se rompe lui la campagna di Di Maio è fatta, potrebbe dire: “Avete visto che Salvini ha fatto saltare il governo perché vuole governare con Berlusconi, d’altronde è un inquisito come Berlusconi e si allea con un partito marcio come il suo”. Salvini non può rompere, perché partirebbe in campagna elettorale con un handicap. Oltre al logico timore che ha Salvini di non far saltare il banco, c’è soprattutto l’incognita Mattarella che potrebbe non mandare gli italiani a votare. Nessuno vuole andare a casa e gli unici parlamentari che sono sicuri di non andare a casa sono quelli della Lega. Quelli di Forza Italia vanno a casa perché avevano il 16% e difficilmente lo otterranno di nuovo, quelli del Pd vanno a casa perché li aveva messi Renzi, e dubito che Zingaretti confermi i deputati di Renzi, ne confermerà 4, 5, 6, ma non tutti, soprattutto i peones. I grillini sono destinati ad andare a casa due su tre, un po’ per il secondo mandato un po’ perché perdendo il 30% dei suoi consensi perdono poi i deputati. Quindi è possibile che nessuno voglia andare a votare.

Sul caso Siri, invece, pensa Salvini gli chiederà di fare un passo indietro?

Siri farà quello che gli chiede Salvini, l’ha anche detto. Il caso Siri è secondo me è una vicenda aperta, perché non escludo che Salvini sia costretto per ragioni di Stato a farlo dimettere, però cercherà in tutti i modi di evitarlo. Tanto è vero che poi ha sbloccato il caso Roma. Però bisognerà anche vedere quali saranno gli sviluppi dell’inchiesta. Se l’inchiesta non avrà sviluppi lui proverà a non farlo dimettere.

Sul caso Roma Di Maio ha detto che quella di Salvini è stata una vittoria di Pirro, è così?

Un po’ è vero, Salvini ha fatto una vittoria di Pirro, perché è vero che il debito resta in carico a Roma, ma poi lo paga lo Stato quindi è una vittoria un po’ nominale. Però bisogna anche dire che questo decreto salva-Roma non era dei peggiori, e bisogna anche dire che Salvini vuole, e ci tiene moltissimo, superare i 5 Stelle a Roma, alle europee, quindi è chiaro che non poteva inimicarsi l’elettorato romano. Credo che tatticamente abbia sbagliato qualcosa sul salva-Roma.

Perché?

Perché innanzitutto scontenti i romani, poi non fai contenti gli altri perché non porti a casa il punto, e sapevi che avresti dovuto mollare perché non puoi far cadere il governo sul salva-Roma.

Una battaglia controproducente, insomma.

Nel breve periodo, perché comunque il salva-Roma l’ha fatto, ma è stata una vittoria di Pirro e ha ragione Di Maio. Poi ha posto il caso Raggi, però tra le tante cose che ha fatto Salvini alcune gli sono riuscite meglio di questa.

Si può dire che in questo scontro continuo quello che sta cercando di tenere in piedi il governo sia proprio Salvini?

Sì, possiamo anche dirlo. I 5 Stelle sono andati alla guerra e hanno in mente solo la campagna elettorale, Salvini ha in mente il post campagna elettorale. D’altronde, siccome prenderà più del Movimento 5 Stelle, è normale che pensi al post elezioni.

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