Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

La missione Ue di Salvini, i sovranisti e quei rapporti con Mosca invisi agli Usa

salvini

Un appello-manifesto per riaffermare “le comuni radici cristiane, difendere l’identità nazionale”, la supremazia delle Costituzioni nazionali sulle direttive europee, rimanendo in orecchio per sentire che risponde al richiamo. È molto più di un inizio di campagna elettorale: quella di Salvini, lunedì 8 aprile a Milano, è una missione. E l’investitura arriva anche da Marine Le Pen, tramite il Corriere della Sera, mentre oggi è impegnata in un incontro a Parigi proprio con Salvini: “Il fatto di essere al governo gli dà incontestabilmente una leadership. A Matteo abbiamo delegato il compito di costruire un gruppo il più largo possibile”.

In questi giorni, ascoltare e decifrare i segnali che attraversano la giungla politica in vista delle europee è un esercizio degno dell’etologo Konrad Lorenz, Nobel per la medicina, che nel 1963 scrisse la “Storia dell’aggressività”. Naturalmente analizzata dal punto di vista del mondo animale ma, come noto, senza tralasciare significative analogie con il comportamento umano.

Certo è che, nel quadro di messaggi che marcano reciproci riconoscimenti e distinzioni, avvicinamenti e contrapposizioni, è interessante osservare il movimento di posizionamento in atto in Europa, anche alla luce delle riflessioni atlantiste sciorinate in occasione del Settantesimo anniversario della Nato. Durante le pompose commemorazioni di Washington, Garrett Marquis, portavoce del consiglio nazionale per la sicurezza, ha ricordato che “gli Usa contano sull’Italia come uno degli alleati più forti. Noi vediamo che la Russia sta creando incursioni nel paesaggio politico italiano e incoraggiamo fortemente Roma a prendere seriamente queste attività”. L’invito è rivolto al governo nel suo insieme, alle tante anime quanti sono i colori di Arlecchino, poiché gli Usa “mantengono comunicazioni aperte con un ampio spettro di attori nel governo italiano”.

Per Salvini, come si traduce il 30% di governo nel futuro peso elettorale europeo? Il gruppo parlamentare europeo Enf tiene insieme i lepenisti (il Rassemblement National), gli austriaci di Fpo e la Lega. L’ambizione ormai dichiarata del vicepremier leghista e degli alleati europei è proprio quella di coagulare nuove intese all’Europarlamento, allargando il ventaglio dell’Enf.

Lunedì, alla conferenza internazionale “Verso l’Europa del Buonsenso. Towards a Common Sense Europe” all’Hotel Gallia, ci saranno anche il Partito del Popolo Danese (stampella al governo di centrodestra di Copenaghen) e i Veri Finlandesi (Ecr) e insieme a Matteo Salvini (Lega – Enf) interverranno Jorg Meuthen (Alternative fur Deutschland – Efdd), Olli Kotro (The Finns Party – Ecr) e Anders Vistisen (Dansk Folkeparti – Ecr), si legge in una nota.

In un’intervista a La Stampa, Jorg Meuthen, co-presidente di Alternative fuer Deutschland (Afd), che in Europa risponde a Efdd, anticipa il nocciolo della questione. Proprio lui che ha conosciuto recentemente non pochi grattacapi dopo la divisione in gruppi diversi: “Cinque dei sette eurodeputati hanno lasciato Afd per entrare nel partito tedesco Lkr e siedono nell’Ecr come indipendenti. Marcus Pretzell ha fondato il suo partito Die Blaue ed è confluito nel gruppo Enf di Matteo Salvini”, come ha ricordato in una recente intervista a Euronews Jo Leinen, europarlamentare tedesco di Spd, alludendo alla campagna acquisti in corso a livello europeo.

Dice Meuthen: “Chiederò al vicepremier e ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, di cambiare la politica economica. Di un’alleanza fra i partiti sovranisti si discute già da qualche tempo e noi dell’Afd abbiamo accettato volentieri l’invito a Milano”. Ma oltre al problema migratorio, “questione esistenziale sia per l’Afd sia per la Lega” resta il nodo cruciale del contrasto al “dominio franco-tedesco, Macron-Merkel sull’Europa. Alla loro visione degli Stati Uniti d’Europa, che dà sempre più poteri all’Ue a scapito della sovranità dei nostri popoli, contrapponiamo la nostra idea di un’Europa delle nazioni”. Forse il messaggio non è casuale, dopo il tentativo di disgelo operato ieri da Salvini nell’incontro con il ministro dell’Interno francese Christophe Castaner, al G7 di Parigi, al termine del quale ha parlato di un nuovo “asse Roma-Parigi”, espressione non raccolta dal rappresentante francese.

Intanto, più che le presenze, come spesso accade, lunedì peseranno le defezioni: non ci sarà il polacco Jaroslaw Kaczynski, che nutre diffidenze storiche verso Le Pen, non apprezza la vicinanza a Putin di Salvini, e magari auspica che il vettore politico si muoverà in senso opposto: forse sarà Salvini a confluire verso il suo gruppo, l’Ecr, a cui ha aderito Giorgia Meloni. Nelle ore che ci separano dall’incontro non resta che monitorare la “delicata” attività preparatoria delle diplomazie e ascoltare con attenzione i richiami della foresta: con tanto di emoticon di braccio di ferro, Marine Le Pen, dopo l’incontro di oggi con Salvini a Parigi, conferma in un tweet la sua opinione: “In piena forma e pronti a vincere le elezioni europee del 26 maggio prossimo con Matteo”. Nella sfida a “chi ce l’ha più sovranista”, quanto peserà l’ultimo monito dell’ambasciatore Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale per la Casa Bianca: “Incoraggiamo Roma a prendere con serietà gli spazi che la Russia si sta prendendo nel panorama politico italiano”?

×

Iscriviti alla newsletter