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Senza lavoro alle donne e assistenza a natalità non c’è crescita. La proposta della Gelmini alla Camera

“Il rilancio della crescita nel nostro Paese passi dalla crescita dell’occupazione femminile e, nel medio periodo, da un forte recupero sulla natalità. Dai nostri bambini comincia tutto, sono loro il nostro futuro. E per garantirci un futuro dobbiamo innanzitutto farli, essere messe tutte nelle condizioni di “poterceli permettere”. Senza perdere il lavoro, senza perdere la nostra libertà, senza rimetterci in termini di salario e di opportunità di carriera”. Così Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, ha presentato in un convegno alla Camera dei deputati la sua proposta di legge su occupazione femminile, welfare per l’infanzia e conciliazione dei tempi. “Per far ripartire l’economia – ha continuato –, tanti piccoli finanziamenti a tanti micro-settori producono effetti trascurabili. Meglio scegliere un solo “driver” e su quello investire risorse massicce”.

“Con questa proposta di legge – ha detto la capogruppo di Fi – si affronta tanto il problema dell’occupazione femminile e della conciliazione dei tempi vita-lavoro, tanto quello della natalità. In particolare in favore delle donne lavoratrici abbiamo previsto il rifinanziamento degli accordi aziendali per lo smart working e la conciliazione vita-lavoro; interventi sul gap retributivo; incentivi per l’occupazione femminile con il doppio sgravio contributivo e fiscale; il rifinanziamento del voucher baby-sitting, abolito dal governo, anche se Di Maio se fa finta che non sia così; la previsione di contributi figurativi ai fini pensionistici per le madri lavoratrici; il rafforzamento di misure premiali per le imprese che realizzano asili aziendali; un forte aumento dei posti nido negli asili pubblici; concrete attività di sostegno per l’imprenditoria femminile nel Mezzogiorno”.

“Una serie di misure a sostegno della partecipazione delle donne al mercato del lavoro – ha proseguito Gelmini – che combinano, raffinandoli, tutti gli strumenti finora dimostratisi vincenti. Il sinergico operare di queste previsioni è in grado di produrre, nell’immediato, benefici occupazionali estremamente rilevanti; altrettanto rilevanti sono, però – ha spiegato –, le prospettive sociali e culturali di medio periodo, sia sotto il profilo della crescita demografica, sia sotto il profilo dell’affermazione del ruolo della donna-lavoratrice nella nostra società”.

“Le previsioni contenute nel Def sui tassi di disoccupazione previsti – ha concluso Gelmini – sono nerissime. E questo nonostante per mesi il governo abbia propagandato i mirabolanti effetti di quota 100 e la favola delle offerte provenienti dai centri per l’impiego ai beneficiari del reddito di cittadinanza. La disoccupazione nel 2019 si attesterà all’11% e all’11,1% nel 2020. I numeri purtroppo hanno la testa dura. Una Caporetto del lavoro di fronte alla quale l’inserimento nel piano di riforme del salario minimo è l’ennesimo diversivo. Anziché pensare a misure per tagliare il cuneo fiscale e incentivare il lavoro di giovani e donne, il governo continua a fare propaganda”.

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