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Vi spiego la strategia di Trump dietro l’annuncio contro la Fratellanza Musulmana

Erdogan, Putin

Dalla Casa Bianca arriva la proposta di inserire la Fratellanza Musulmana nella lista dei gruppi terroristici. Un annuncio importante che ha visto il pieno sostegno di Abdel Fattah al Sisi. La mossa è successiva all’incontro di Donald Trump con il presidente egiziano, per il quale la Fratellanza rappresenta una fonte di opposizione politica. È stato proprio a partire da quell’incontro, infatti, che il presidente Usa ha allungato il passo sulla questione e ha ordinato ai funzionari della sicurezza nazionale e ai diplomatici di trovare il modo di imporre le sanzioni al gruppo. Sarah Huckabee Sanders, portavoce della Casa Bianca, ha affermato in proposito: “Il presidente si è consultato con la sua squadra di sicurezza nazionale e con i leader della regione che condividono la sua preoccupazione, e questa decisione si sta facendo strada”.

Cinzia Bianco, senior analyst per Gulf State Analytics, ha evidenziato in una conversazione con Formiche.net le possibili criticità: “Bisogna vedere quanto concreta sarà questa presa di posizione di Trump. Questo perché il presidente americano ci ha dato diverse ragioni per mettere in dubbio quello che dice: più volte ha annunciato delle cose che in realtà poi non sono state fatte. Bisogna dunque capire se siamo di fronte ad un annuncio fatto per una questione di public relation con altri attori interessati a questa strategia, oppure se effettivamente è una cosa che lui vuole portare a termine”.

La ricercatrice ha poi aggiunto: “Nel secondo caso bisogna capire però cosa ne pensano non solo gli altri organi dell’amministrazione americana stessa, ma anche gli altri attori istituzionali. Questa infatti è una scelta molto controversa, che divide a Washington”.

E se negli ultimi tempi la strategia estera della Casa Bianca ci aveva abituato ai colpi di scena, come per esempio i cambi di posizione sulla Libia, Bianco sottolinea: “C’è una gran confusione in Libia, come c’è stata una gran confusione sulla Siria e penso che sia necessario dal punto di vista della stampa, contestualizzare questo annuncio all’interno di una storia di annunci e contraddizioni interne a Washington. Bisogna cercare di mettere in luce la strategia politica”. E ancora: “In questo momento, per esempio, sebbene la decisione sia stata caldeggiata da al Sisi, inevitabilmente era stata già presa a livello strategico ad Abu Dhabi – che sta emergendo sempre di più come leader di questo gruppo regionale che disegna tutta la propria strategia per andare contro la Fratellanza Musulmana – e a Riad. Inoltre proprio il leader di Abu Dhabi, il principe Mohamed bin Zayed, ha un ottimo rapporto con il principe a Riad, bin Salman, e in un certo senso lo ha coinvolto in questa presa di posizione”.

Secondo la ricercatrice, dunque: “Trump, in sostanza, non cavalca questa posizione perché realmente crede che la Fratellanza Musulmana sia un problema. Tutto è riconducibile a possibili relazioni di scambio: questo annuncio avviene, d’altra parte, mentre sta cercando di portare i sauditi a non far alzare troppo il prezzo del petrolio e quindi tutto il contesto che circonda questa vicenda va oltre la Fratellanza Musulmana stessa”.

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