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Il piano di Trump contro Maduro in Venezuela

Nicolás Maduro insiste nel fare la vittima. Il suo governo ha ammesso che nel Paese c’è bisogno di un piano di razionamento del servizio elettrico, una realtà che i venezuelani patiscono da anni, ma ancora di più nelle ultime settimane. “Si tratta di una guerra non tradizionale contro i servizi pubblici – ha dichiarato ieri Maduro dal suo canale Periscope – per rendere il Paese incontrollabile e arrivare al potere attraverso il caos e la violenza”. Il responsabile di questo “colpo di Stato dell’elettricità” è, secondo il leader socialista, l’impero nordamericano in complicità con l’opposizione venezuelana.

Tuttavia, per gli Stati Uniti non è ancora previsto alcun intervento in Venezuela. Nonostante “tutte le opzioni siano sul tavolo”, come più volte ha confermato lo stesso presidente americano, Donald Trump (nella foto con Fabiola Rosales, moglie di Juan Guaidó a Washington), ieri l’inviato degli Usa per il Venezuela, Elliot Abrams, ha dichiarato che l’azione militare nel Paese sudamericano è ancora prematura: “La situazione peggiora ogni giorno di più in Venezuela, ma non credo che in Europa, America latina, Canada o Stati Uniti stiamo pensando in questo momento ad una reazione militare. […] Abbiamo la possibilità di reagire in modo abbastanza duro se la situazione dovesse peggiorare”. Per ora è attiva ancora la fase di pressione diplomatica ed economica.

Su un possibile arresto del presidente ad interim, Juan Guaidó, Abrams ha auspicato che non succeda, “perché abbiamo in serbo misure che farebbero molto male al regime”. “Abbiamo definito una serie di opzioni e di cose che possiamo fare contro il regime – ha aggiunto – e che lo danneggeranno moltissimo. Abbiamo preparato misure molto forti”.

Sul legame tra Maduro e Vladimir Putin, Abrams ha definito totalmente negativo l’impegno militare dei russi in Venezuela. La riunione avverrà durante la commissione intergovernativa bilaterale.

E non solo. La missione internazionale del governo di Maduro in Medio Oriente include anche la Siria. Il presidente Bashar al Assad ha ricevuto a Damasco il ministro degli esteri venezuelano, Jorge Arreaza. Ha detto che “quel che è accaduto in Venezuela è simile a quello accaduto in Siria”. Precedentemente, Arreaza ha incontrato a Beirut le autorità libanesi e il leader degli Hezbollah, Hasan Nasrallah.


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