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Tutte le giravolte (elettorali) di Beppe Grillo sull’immigrazione

oroscopo, grillo

Migranti sì, migranti no. Il fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, non sembra avere le idee molto chiare su quale sia la linea da seguire per affrontare i flussi migratori e a dimostrarlo è l’ultimo post pubblicato sul suo sito personale, incentrato proprio sul tema dei migranti. “La lotta all’immigrazione è, possiamo dire, senza senso”, si legge su beppegrillo.it (titolo del post, “Lotta all’immigrazione: fra 50 anni metà dei bambini nel mondo sarà africano”), e la ragione è demografica. Per semplificare, il fondatore del Movimento 5 Stelle spiega che l’Europa è il continente “più vecchio” con un’età media di 42 anni, e le previsioni dicono che “entro 50 anni la metà dei bambini di tutto il mondo si troverà nell’Africa sub-sahariana”.

Insomma, dividersi non conviene, perché “le nostre regole economiche prevedono cicli lavorativi proprio in base all’età” e le società, sempre sintetizzando, hanno bisogno di giovani per rinnovarsi e puntare sulla speranza di un futuro migliore.

Non stupirebbe, una tale apertura, se non si avesse memoria, ma a guardarsi indietro si scopre che lo stesso Beppe Grillo che oggi vede le migrazioni come risorsa è lo stesso che il 26 gennaio del 2019 rilasciava un’intervista al quotidiano “America Oggi” (poi rilanciata sul suo sito), a sostegno della politica di Matteo Salvini sui flussi migratori. “Senza restare insensibili al dolore umano – spiegava Grillo – la questione dell’immigrazione è epocale… causata, innescata e diretta dalle menti più ciniche che si possano immaginare. Sia noi che la lega intendiamo impedire questo mercimonio della sofferenza. Puoi fare come Minniti che ha bloccato il varco senza dirlo esplicitamente, per poi declamare i diritti umani come un bimbo che recita la poesia di natale. Oppure puoi fare come questo governo: impedire lo spaccio di false speranze e intanto ridiscutere tutta la questione a livello europeo”.

Giravolte che già a gennaio non erano passate inosservate, perché il comico genovese era intervenuto – non si sa se in veste di comico oppure di garante nonché fondatore del Movimento – quando a riempire le pagine di quotidiani, telegiornali e social erano le cronache sul caso Diciotti, la nave della Marina italiana che il 16 agosto del 2018 ha soccorso 190 persone nelle acque internazionali al largo dell’isola di Malta. La reazione muscolare del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ne aveva impedito lo sbarco fino al 26 agosto, ha messo in chiaro la linea del ministro sui flussi migratori, criticata dallo stesso Grillo.

Da una spiaggia in Sardegna, infatti, Grillo aveva pubblicato una serie di video in cui protagonista era un ragazzo di colore che prendeva il sole (primo video), faceva il bagno (secondo video) e ordinava una bevanda al bar (terzo video), il tutto con l’accompagnamento di Grillo che chiedeva aiuto a Salvini: “Stai perdendo il polso della situazione”, diceva Beppe Grillo in una immaginaria telefonata a Matteo Salvini, “non lo so cosa sta succedendo qui. Mica è colpa mia. Qua sta avvenendo questa roba qui, un mischiarsi di cose che non era mai successo su questa spiaggia qua”.

Insomma, una critica alla linea sull’immigrazione del ministro dell’Interno, che a guardare ancora più lontano, non dovrebbe stupire. “L’immigrazione è servita a dare un’identità a partiti che non ce l’avevano più, la destra e la sinistra” (In Onda, La7, 11/08/2015). Se di identità si tratta, allora, forse è questa la chiave con cui leggere l’ultima giravolta del comico genovese: differenziare M5S dall’alleato di governo, ma principale competitor elettorale a quella che si delinea sempre più come la vera sfida del Movimento 5 Stelle, ossia le elezioni europee di fine maggio.


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