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Zelensky è un enigma ma l’Ucraina resterà filo-occidentale e anti-Putin

Zelensky

Il comico Volodymyr Zelensky ha vinto le elezioni in Ucraina, ha chiuso con oltre il 70 per cento dei voti il ballottaggio contro Petro Poroshenko il presidente uscente. “Oggi sarà la vittoria degli ucraini, la vittoria dell’Ucraina e, spero, la vittoria di una scelta giusta”, aveva commentato con i giornalisti appena uscito dal seggio.

IL PERSONAGGIO DA LUI INTERPRETATO IN UNA SERIE TV

Zelensky, che è stato sostenuto da una piattaforma politica sostanzialmente populista all’insegna di tematiche classiche del caso, come la lotta alla corruzione e all’establishment, sembra incarnare nel mondo reale il ruolo che ha interpretato in una vecchia serie sarcastica televisiva in cui lui faceva la parte di un professore chiamato a diventare presidente dopo che un suo sfogo contro la corruzione era diventato virale su Youtube.

Zelensky, 41 anni, guiderà l’Ucraina fino al 2024, e come presidente avrà l’ultima parola sui poteri in materia di sicurezza, difesa e politica estera. Temi centrali per un paese che è attualmente in guerra, con un fronte aperto nel Donbas separatista e una situazione delicatissima sulla penisola della Crimea che la Russia ha annesso dopo l’occupazione del 2014 con un referendum che non è stato riconosciuto dalla Comunità internazionale.

Un confronto, quello con Mosca, che prosegue a bassa intensità ma non sembra in de-escalation, anzi: negli ultimi mesi si è assistito al deterioramento del disequilibrato status quo, con l’apertura di un fronte marittimo sul Mar d’Azov dove a novembre del 2015 la Russia ha compiuto la prima azione militare a insegne scoperte contro unità militari ucraine.

“La sua linea futura è un enigma”, ci dice in forma discreta un esperto delle dinamiche ucraine. Nei dossier di politica estera, che sono uno degli argomenti centrali per l’Ucraina attuale e futura, con proiezioni ovvie sulle politiche economiche e commerciali, nonché con le alleanze geopolitiche (come per esempio l’avvicinamento alla Nato) cambierà qualcosa? “Probabilmente no, perché dovrà confrontarsi con le pressioni dell’esercito, dei patrioti, dei reduci della guerra e della società in generale”.

IL RUOLO DELL’OLIGARCA KOLOMOYSKIY

La fonte ucraina con cui analizziamo a caldo la vittoria, ci fa notare che l’oligarca che sta dietro a Zelensky, Ilhor Kolomoyskiy, “nonostante gli attriti con Poroshenko e il suo esilio in Svizzera, nel 2014 ha creato con i propri soldi i primi battaglioni paramilitari per contrastare l’ingresso delle bande russe nelle città dell’est Ucraina, come ad esempio la sua nativa, Dnipro o Kharkiv”.

Quindi, Kolomoyskiy è un nemico giurato del Cremlino. Pertanto, è probabile che dentro l’Ucraina Zelensky lascerà riprendere a Kolomoyskiy qualche asset, ma nella politica estera dubito che vorranno chinarsi a Putin”. Un altro segnale in questo senso sembra la futura nomina agli Esteri, di cui si sta già parlando, dell’ex ministro delle finanze Oleksandr Alex Danyliuk un uomo filo occidentale che per  tanti anni ha lavorato a Londra dove gestiva un fondo finanziario.

Zelensky ha ricevuto aiutini dalla Russia nella sua campagna elettorale, questione di cui si parlava nei giorni scorsi? “Aiutini non direi – continua la nostra fonte – ma il Cremlino ci proverà con lui, nel senso che cercherà di trovare il modo per spostarlo nella propria sfera di interessi, perché neanche loro sanno di cosa è capace Zelensky e che cosa aspettarsi. Vedremo i primi passi di Zelensky per capire quale strategia adotterà”.

Un elemento che viene fatto notare a Formiche.net è che queste elezioni sono state “un vero esempio: direi, hanno stabilito nuovi trend, come nel caso del dibattito politico tra due i candidati per il ballottaggio in diretta dallo stadio Olimpico il 18 aprile, che si è svolto senza neanche un turbamento. Un dibattito simile, partecipato live dalle tifoserie, non credo di averlo mai visto altrove”.



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