Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Israele tra il 71esimo anniversario dell’indipendenza e la minaccia di Hamas

Israele, varsavia haifa israele antisemitismo israele, mossad, siria stato, insediamenti

A partire da ieri sera, Israele ha iniziato le celebrazioni in onore dell’anniversario della fondazione. Questa festività, preceduta sempre da Yom HaZikaron, ovvero la giornata di commemorazione delle vittime del terrorismo e dei soldati caduti, è particolarmente sentita in tutto Paese. In particolare quest’anno Israele ha affrontato cambiamenti storici di particolare rilevanza, come lo spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme, il tentativo di sbarco sulla luna, la sovranità sul Golan riconosciuta da Washington, la creazione di un nuovo governo, nonché il prossimo festival della musica europea che si terrà nella città di Tel Aviv. Ne parla con Formiche.net e la portavoce dell’Ambasciata di Israele in Italia, Michal Gur-Aryeh.

L’escalation tra Israele e la Striscia di Gaza è stata molto dura negli ultimi giorni. Che ruolo gioca la diplomazia per quanto riguarda la distensione e la risoluzione di questo conflitto?

Diplomaticamente, la situazione è molto complicata. Israele, un paese democratico, è stato attaccato (di nuovo) da organizzazioni terroristiche, ovvero Hamas e la Jihad islamica, che ne auspicano la distruzione. I negoziati con qualcuno che non è disposto ad accettare il diritto di esistere di Israele non potranno condurre molto lontano. Pertanto ci siamo concentrati sulla difesa dei nostri cittadini, attaccati da 700 missili in 72 ore. L’Egitto e altri attori internazionali hanno tuttavia svolto un ruolo importante nel trasmettere un forte messaggio a Hamas, un impegno concreto per porre fine alle violenze.

Come possono le organizzazioni intergovernativi, come l’Onu e l’Unione Europea, svolgere un ruolo di supporto per Israele nel prevenire un’escalation come questa?

L’Ue, l’Onu, l’Italia e molti altri hanno condannato fermamente il lancio di razzi da Gaza nelle città israeliane. Crediamo che questa condanna abbia avuto qualche effetto su Hamas che si è reso conto che la comunità internazionale sta dando la colpa a coloro cui appartiene. Tuttavia la maggior parte degli attori del sistema internazionale ha condannato il lancio di missili senza menzionare Hamas e la Jihad islamica. È fondamentale, invece che l’organizzazione terroristica di Hamas sia ritenuta chiaramente e pubblicamente responsabile per le sofferenze che causano ad entrambe le parti coinvolte nel conflitto. Essi commettono, infatti, un doppio crimine di guerra: sparando contro civili israeliani, e usando i civili di Gaza come scudi umani.

Tel Aviv ospiterà presto l’Eurovision festival il più famoso evento musicale europeo. Come si stanno evolvendo le relazioni tra Europa e Israele?

Europa e Israele condividono una storia comune che risale ai tempi della Bibbia, così come un destino comune che continua a prosperare oggi sulla base di valori condivisi di democrazia e libertà fondamentali. Gli scambi accademici, scientifici e culturali tra Israele e l’Europa sono forse più forti rispetto a quelli condivisi con qualsiasi altro Stato terzo. Questo è particolarmente vero per l’Italia, con la quale le nostre relazioni continuano a prosperare su tutti i fronti.
Il turismo europeo – e italiano – in Israele è andato a gonfie vele negli ultimi anni: molti cittadini hanno scoperto l’atmosfera dinamica di Israele, la società eterogenea e le sue bellezze naturali. Siamo onorati ed entusiasti di ospitare il festival dell’Eurovisione e vorremmo invitare tutti i lettori a partecipare alle celebrazioni che si terranno Tel Aviv, in un’atmosfera vivace e informale in cui tutti si sentono immediatamente i benvenuti.

Molti messaggi di solidarietà sono arrivati in Israele da vari membri del governo italiano (in particolare il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro degli Esteri Moavero Milanesi) in seguito al terribile lancio di 700 missili di Hamas. Qual è la direzione delle relazioni Italia-Israele, i principali “attori” nel Mediterraneo, che sembrano ogni giorno più vicine?

Quest’anno festeggiamo 70 anni di relazioni diplomatiche tra l’Italia e Israele, e le nostre relazioni stanno fiorendo a tutti i livelli. Gli scambi tra i leader sono frequenti: abbiamo avuto l’onore di ospitare recentemente in Israele il vice primo ministro e ministro degli Interni, Matteo Salvini, il ministro degli Esteri Moavero Milanesi e molti altri visitatori di alto livello. Tra i visitatori israeliani in Italia negli ultimi mesi, possiamo contare il presidente Reuven Rivlin, il presidente della Knesset Yoel Edelstein e il giudice capo della Corte suprema Esther Hayut. Non appena sarà formato il nuovo governo in Israele, non vediamo l’ora di organizzare altre visite di alto livello, sperando di ospitare il Primo Ministro Giuseppe Conte e il vice primo ministro e il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. La cooperazione economica con l’Italia sta anche superando nuovi record, con scambi reciproci che hanno raggiunto i 4 miliardi di dollari nel 2018. Alcuni tra i più importanti settori di cooperazione in questo ambito includono la sicurezza informatica, aerospaziale, le tecnologie mediche, l’alimentazione, le tecnologie agricole e idriche, il settore automobilistico e molti altri ancora.

Oggi Israele celebrerà il settantunesimo anniversario dell’indipendenza. Dallo spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme, al riconoscimento del Golan come parte integrante dello Stato di Israele, nell’ultimo anno questo paese ha dovuto affrontare diversi cambiamenti di importanza storica. Come è cambiato il Paese dall’anno scorso e quali sono i “migliori auguri” per il prossimo?

David Ben-Gurion, il fondatore di Israele, diceva “Se non credi nei miracoli, non sei realistico”. Sembra che sia ancora vero: nell’ultimo anno abbiamo visto il primo tentativo israeliano di sbarcare sulla luna, un progetto attuato completamente dalle organizzazioni della società civile, senza finanziamenti governativi. Penso che questo sia il simbolo dello spirito israeliano – prima, sogniamo, e poi lavoriamo duramente per realizzare il sogno, mentre affrontiamo le sfide che si presentano sul nostro cammino. Per l’anno prossimo, ovviamente, auguro al mio paese la realizzazione del sogno più grande di tutti: la pace.

×

Iscriviti alla newsletter