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La vendetta di Anonymous: hackera le mail di 30mila avvocati (forse anche la Raggi)

Nuovo attacco hacker, questa volta ai danni degli avvocati romani, finiti nel mirino di Anonymous Italia. E, tra i dati dei 30mila legali diffusi, ci sarebbero anche quelli del sindaco di Roma Virginia Raggi.

L’ANNUNCIO DI ANONYMOUS

Su Twitter il collettivo ha annunciato l’atto, spiegando che l’azione serve a protestare nell’anniversario dell’arresto di due hacker, “i vecchi amici Aken e Otherwise. Buona lettura sul blog”, conclude Anonymous, postando i link ai contenuti sottratti e pubblicando anche alcuni screenshot.

GLI ACCERTAMENTI IN CORSO

Sull’accaduto stanno ora svolgendo accertamenti gli investigatori del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della Polizia Postale. Secondo quanto si è appreso, riportano fonti di agenzia, i pubblici ministeri di piazzale Clodio non hanno avviato un fascicolo d’inchiesta, ma il Cnaipic è intervenuto per acquisire dati.

“Non abbiamo ancora ricevuto denunce, siamo in una fase iniziale di controllo. Anonymous ha pubblicato documenti, stiamo facendo accertamenti per vedere cosa è stato pubblicato, che tipo di documentazione è, se è vecchia o recente. Stiamo seguendo la situazione”, ha detto all’Adnkronos il direttore della Polizia Postale, Nunzia Ciardi. “Vedremo chi farà denuncia – ha aggiunto – per ora dobbiamo perimetrare e parametrare la situazione, capire cosa è successo: stiamo mettendoci in contatto con le persone coinvolte per capire cosa è stato esfiltrato”. E quanto alla possibile presenza, tra le persone coinvolte, di altri personaggi pubblici ha osservato: “è l’ordine degli avvocati, sicuramente è un database da cui emergeranno nomi di un certo rilievo, bisogna vedere se corrispondono, e valutare anche tante possibili omonimie. Ancora – ha concluso il direttore della Postale – è presto per fare un bilancio”.

IL COMMENTO DI GALLETTI

Per il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Antonino Galletti, l’attacco informatico “rappresenta una gravissima violazione non solo della privacy degli iscritti e dell’integrità dell’Istituzione forense, ma anche una violazione penalmente rilevante di un diritto costituzionalmente garantito, quale quello dell’inviolabilità della corrispondenza”. In questo momento, ha spiegato in una nota “i tecnici della azienda di software che fornisce l’infrastruttura tecnologica all’Ordine forense romano sono al lavoro insieme ai funzionari della polizia postale per verificare l’entità del danno e chiudere la falla. Secondo le verifiche dell’azienda, le caselle di posta violate sono quelle i cui titolari non hanno cambiato la password iniziale assegnata dal fornitore. Tutti i responsabili saranno naturalmente denunciati all’autorità giudiziaria”.

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