Che cosa succede al centrodestra (o al destracentro) dopo i risultati delle elezioni europee? Come potrà la nuova fase sovranista avere respiro in una possibile chiave governativa? E ancora, il ruolo di FdI, la ripresa di Forza Italia, gli errori della Merkel e la crisi dell’Ue.
A dare i voti a queste urne l’ex parlamentare Guido Crosetto, che in questa conversazione con Formiche.net perimetra il presente del panorama italiano alla destra del governo e fa anche una radiografia dei mali europei.
Fratelli d’Italia al suo massimo storico, in 7 anni di vita: di chi sono i meriti?
Di Giorgia Meloni, della sua coerenza e della chiarezza di programmi e linea politica. Non l’ha mai modificata, al pari dei contenuti. Inoltre nell’ultimo biennio ha dato avvio ad una fase di allargamento del perimetro, rispetto ai dettami iniziali, ad un mondo conservatore che va oltre la destra tradizionale che rappresenta e che ha confini molto più vasti. Questo voto dimostra la bontà di quella scelta.
L’obiettivo politico di dare respiro all’asse con la Lega e provare a rendere potabile il fronte sovranista è più vicino adesso?
Non saprei, dipenderà a questo punto dalla Lega. Ma le prime dichiarazioni di Salvini non vanno in questo senso, anche se l’impressione è che le frizioni dovute a due visioni completamente opposte prima o poi si evidenzieranno all’interno della maggioranza. Il contratto non riuscirà a tenere insieme posizioni troppo diverse su temi così importanti. Penso alle infrastrutture.
Alberoni, Mussolini, Fitto, Santanché e Gardini cosa hanno portato in più in FdI, oltre ovviamente alle preferenze?
Penso che abbiano confermato la volontà di quella apertura che si era annusata in occasione dell’ingresso nella famiglia dei Conservatori europei.
Non è che per caso torna il centrodestra o il destracentro?
Penso sia un obiettivo legittimo. Ma a differenza del Pdl berlusconiano, questa volta con un leader scelto dalla base.
Le elezioni anticipate sono una prospettiva reale sul tavolo?
Non mi pare di intravederle, anche se in questi momenti è facile sbagliarsi.
Ma poi chi si intesterà una finanziaria dove mancano almeno 40 miliardi di euro?
Solo questo governo, non vedo altra maggioranza che possa farlo.
Forza Italia ha tenuto…
Merito principalmente di Silvio Berlusconi che soprattutto nell’ultima settimana è parso tonico come lo era sette anni fa. Ha dato al partito uno sprint finale che gli ha consentito di risalire. Come al solito, il vecchio leone non si smentisce mai.
Ppe e Pse hanno perso 40 seggi a testa, ma la Commissione può contare sul supporto di Alde o Verdi: per cui cosa cambia realmente in Ue?
La crisi dell’Europa è principalmente di prospettive. Purtroppo si è dimostrata vecchia di mentalità, governata dal paese più vecchio nella testa come la Germania, da cui bisogna imparare moltissimo sui processi decisionali, ma pochissimo per quanto attiene alla visione. L’Europa si è fermata a disciplinare la grandezza delle reti da pesca, dimenticandosi che non sforzarsi di avere un comparto-ricerca comune è stato un errore, dal momento che richiedeva una massa di denaro che i singoli Paesi non avevano, se raffrontati con colossi come la Cina o l’India. Insomma, non è riuscita a trasmettere nei singoli campi quella percezione che consentisse agli europei di sentirsi appartenenti ad un’unica patria.
Da dove ripartire?
Questa sensibilità che ha reso l’Ue soltanto un’insieme di regole iper burocratiche in qualche modo va cambiata, ma è difficile cambiarla con un’impostazione che è uguale a quella degli ultimi vent’anni. C’è una differenza culturale profonda tra l’Europa del Trattato di Roma e l’Europa del Trattato di Maastricht. Forse andrebbe recuperato lo spirito dei primi.
Dalla Germania intanto arriva un nuovo record negativo per la Cdu: è finita un’era?
La Cancelliera è stata un leader senza successori e ciò si paga in termini di voti. Ma più grave è l’assenza di capacità innovativa. Si tratta di un paese che continua ad abbassare il debito pubblico anche nell’anno di maggior crisi della sua industria: è un qualcosa di surreale. E’prigioniero delle regole anche quando le regole non hanno senso: è molto tedesco questo ostinarsi. Ha rinunciato a svolgere un altro ruolo in Europa, continuando a fare surplus commerciale e al contempo inseguendo l’abbassamento del rapporto debito/pil anche nel momento peggiore della propria industria: ha dimostrato una miopia assurda.