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Nike e gli altri. Quelli che si sono fatti la criptomoneta

Non c’è confine per le finanze digitali. La multinazionale americana Nike ha deciso di sbarcare nel mondo delle criptomonete. Con il nome cryptokicks ha presentato richiesta all’Ufficio di registri e Marchi degli Stati Uniti per avviare le operazioni della valuta digitale.

Si tratta di un innovativo passo per controllare il capitale. Il colosso dell’abbigliamento sportivo avrà la risposta da parte delle autorità entro un mese e, nel caso in cui fosse approvata, comincerà a fare operazioni sul mercato nei prossimi quattro anni con questa criptomoneta.

PERCHÉ NIKE PUNTA SULLA CRIPTOMONETA

Affinché il suo brand cresca ulteriormente e sia sempre più competitivo, è necessario mettere in atto nuove strategie. Nel 2018, Nike si è confermata come la marca sportiva dal valore più alto a livello globale: ha aumentato del 15,7% il valore del marchio. Secondo il report dell’agenzia Brand Finance, costa circa 28,5 miliardi di euro.

L’operazione prevede la creazione di un hardware e di un’applicazione per cellulari intelligenti, così come un software con intelligenza artificiale. L’obiettivo è che i clienti possano cercare, accumulare, inviare e ricevere attività con il supporto della valuta digitale. Le scarpe, quindi, potranno essere pagate non con denaro tradizionale ma con cryptokicks, specialmente i modelli più ricercati e di collezione.

ALTRE AZIENDE SBARCANO SUL MERCATO DELLE CRIPTOMONETE

Ma Nike non è l’unica azienda che cerca di sbarcare nel mondo delle criptomonete.

Anche Telegram ci sta provando. Tutti conoscono l’app per la diffusione di informazione. Ma la compagnia non vuole centrarsi soltanto nella messaggeria istantanea, e sta cercando iniziative nelle finanze digitali. Due Paesi hanno però respinto il progetto: Russia e Iran.

Per lo Stato russo ci sono molte lacune sull’Ico di Telegram e temono il rischio di un sistema finanziario completamente fuori controllo. Gli iraniani, invece, accusano la criptomoneta e l’app di Telegram di terrorismo, perché il metodo criptato è molto usato da dissidenti del regime. Secondo alcuni report, il 40% del traffico della rete in Iran è su Telegram per evitare lo spionaggio del governo.

Nel 2018 Telegram confermò il 70% dello sviluppo della sua criptomoneta e una raccolta di circa 1,7 miliardi di dollari nella vendita privata di Ico, la piattaforma blockchain di Telegram chiamata Telegram Open Network (Ton). Tra circa qualche mese la versione di prova dovrebbe essere disponibile per un gruppo prescelto di utenti. La piattaforma non dovrà superare un lungo periodo di prova perché Telegram conta già su una tecnologia innovativa.

Prove che invece dovrà ancora superare l’impresa Kodak con la sua criptomoneta KodakCoi. Perché questa volta la centenaria compagnia di macchine fotografiche non vuole essere superata dai tempi e sta investendo molto nella tecnologia blockchain. Il piano sarà quello di lanciare una moneta virtuale centrata nelle immagini. Kodak sostiene che utilizzerà il blockchain, il libro di contabilità digitale, per creare una nuova piattaforma chiamata KodakOne, che aiuterà ai fotografi a gestire i diritti d’autore. E il KodakCoin sarà la moneta d’uso per le transazioni.

Anche se ancora non è del tutto chiaro il funzionamento, le azioni di Kodak hanno beneficiato con un aumento del 125%. “Per molti nell’industria tecnologica, blockchain e criptomoneta sono solo parole di moda – ha spiegato Jeff Clarke, direttore esecutivo di Kodak -. Ma per i fotografi che lottano da molto tempo per esercitare controllo sul proprio lavoro, e su com’è usato, queste parole di moda possono essere la chiave di soluzione per un problema finora irrisolto”.

Per evitare di avere un problema futuro, la famosa catena di caffè internazionale Starbucks sta adottando da subito il pagamento con le criptomonete, in attesa di (forse) creare una propria. Intercontinental Exchange ha annunciato l’anno scorso l’intenzione di creare una piattaforma per le transazioni con bitcoin e altre monete virtuali e ha spiegato che il progetto sarà in collaborazione con importanti aziende come Microsoft e Starbucks.

La piattaforma si chiama Bakkt e permette a consumatori e aziende di acquistare, vendere ed accumulare criptomonete. Per Maria Smith, vicepresidente di associazioni e pagamenti di Starbucks, l’obiettivo di questa alleanza è sviluppare “applicazioni pratiche, affidabili e controllate in modo che i consumatori convertano i loro attivi digitali per l’uso in Starbucks. […] L’azienda è impegnata nell’innovazione per aumentare le opzioni di pagamenti dei clienti”.

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