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Addio Niki Lauda, campione immortale della Formula 1. Le foto

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Niki Lauda
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Niki Lauda
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Luca Cordero di Montezemolo e Niki Lauda
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Niki Lauda e Luca Cordero di Montezemolo
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Niki Lauda
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Niki Lauda
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Niki Lauda
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Niki Lauda
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Niki Lauda
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Niki Lauda
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Joachim Hunold e Niki Lauda
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Joachim Hunold e Niki Lauda
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Joachim Hunold e Niki Lauda
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Niki Lauda, Michael Steiner, Joachim Hunold
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Niki Lauda
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Niki Lauda
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Niki Lauda
niki lauda
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È morto, all’età di 70 anni, Niki Lauda, la leggenda della Formula 1. “Con profonda tristezza, annunciamo che il nostro amato Niki è morto pacificamente con la sua famiglia lunedì scorso”, si legge in un comunicato diffuso dalla famiglia e pubblicato da The Sun. L’ex pilota era stato ricoverato presso una clinica privata in Svizzera per problemi ai reni, sottoponendosi ad un trattamento di dialisi resosi necessario per migliorare le proprie condizioni.

Andreas Nikolaus Lauda, detto Niki è stato tre volte campione del mondo di Formula 1 (nel 1975 e 1977 con la Ferrari, nel 1984 con la McLaren), come imprenditore ha fondato e diretto due compagnie aeree, la Lauda Air e la Niki; come dirigente sportivo, dopo avere diretto per due stagioni la Jaguar, è dal 2012 presidente non esecutivo della scuderia Mercedes Amg F1. Ha disputato 171 Gran Premi, vincendone 25, segnando 24 pole position e altrettanti giri veloci. Ha avuto una carriera sportiva di grande livello guidando per March, Brm, Ferrari, Brabham e, infine, McLaren. Considerato uno dei migliori piloti della storia, era soprannominato “il computer” a causa della sua capacità di individuare tutti i difetti, anche i più piccoli, della vettura che guidava e per la meticolosità con cui metteva a punto il proprio mezzo.

Anche caratterialmente si mostrava freddo, poco emotivo e molto determinato, specialmente agli occhi di chi non era a stretto contatto con lui. Perfino il suo stile di guida era essenziale e, per gli appassionati, scarsamente divertente ma, visti i risultati, molto efficace. Nel 1976 ebbe un incidente che lo lasciò sfigurato, ma a tal proposito affermò che preferiva il fondoschiena a un bel viso perché era convinto che una vettura si guida soprattutto “con il sedere”.

(Testo Askanews – riproduzione riservata)

(Foto Imagoeconomica – riproduzione riservata)

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