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Quanta confusione sul destino dell’Europa (e dell’Italia)

La confusione regna sovrana in queste ore in cui si comincia a discutere sul destino dell’Europa e in parallelo dell’Italia. Qui almeno in Italia ci vorrebbe un altro maestro Manzi: è quello che ho scritto qualche mese fa per cercare di comprendere cosa è l’Europa e cosa avremmo già dovuto sapere. Perché di fronte al vice Luigi Di Maio che si ingastrisce con palese non conoscenza dei processi dell’economia, si fa ancora più urgente insegnare ad un popolo travolto dalla prima, seconda, terza, e ora quarta rivoluzione industriale e dalla-ora immigrazione di massa, conoscere l’alfabeto dei processi che sono avvenuti nel nostro Paese e poi dall’inizio dell’avventura comunitaria.

A noi tocca ora far capire i fenomeni del mondo, cosa sta succedendo, dare informazioni a chi non legge le notizie importanti e si perde sugli strumenti di dialogo digitale sui pettegolezzi e lascia il Paese in balia di personaggi bulimici di potere che negano la verità palesata dalla Banca D’Italia, Corte dei Conti. A noi tocca riprendere il filo della storia aprendo le strade del dialogo cercando di incuriosire soprattutto i giovani e le giovani italiane, dare un po’ di entusiasmo nelle scuole nelle università a questo nichilismo devastante: è un lavoro necessario, stressante di pedagogia laica senza fare lezioni barbose professoriali ma cercando aiuto tra i media, facendo pedagogia civica, spiegando con pazienza e abnegazione.

Spendendosi con i giovani gli artigiani i professionisti in crisi, gli adulti canuti senza attendismo prudente, che non c’è più tempo. Ci vuole analisi studio racconto, fatica, capacità di distinguere la realtà fattuale. Davanti alla situazione attuale ogni popolo e ogni singolo governo della Ue si troverebbe da solo, in difficoltà maggiori di quelle attuali e le autorità responsabili delle decisioni necessariamente unitarie siano sempre più vicine ai cittadini agli elettori. E le risposte alle critiche devono essere determinate ed efficaci: dunque il popolo chiede pace, sicurezza, dialogo, sviluppo, rispetto, scambi nell’equità. Ognuno  di noi dunque è chiamato a fare la sua parte.



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