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Ecco perché l’energia pulita in Italia non cresce abbastanza

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Molte luci e altrettante ombre nell’Italia delle energie rinnovabili. Per la prima volta, dopo 12 anni, si riduce la produzione di energia da fonti rinnovabili, anche se il nostro Paese si conferma tra i più avanzati nel mondo: ad oggi sono circa un milione gli impianti fossil-free installati in tutti i Comuni Italiani. Praticamente in ogni città esiste almeno un impianto fotovoltaico, mentre sono oltre 7 mila quelli del solare termico; circa 1500 quelli del mini idroelettrico e oltre mille quelli dell’eolico. Grazie a questo mix di impianti distribuiti su tutto il territorio, oltre 3 mila Comuni sono diventati autosufficienti per tutti i fabbisogni delle famiglie in ben 41 realtà territoriali. In dieci anni la produzione da energie rinnovabili è passata dal 15 al 35% rispetto ai consumi elettrici e dal 7 al 18% in quelli complessivi.

È quanto rivela il Rapporto “Comuni Rinnovabili 2019” di Legambiente presentato oggi a Roma, che analizza non soltanto il cambiamento in corso nel sistema energetico nazionale, ma documenta, attraverso il racconto di 100 storie sul territorio, lo sviluppo dell’autoconsumo e delle comunità energetiche. Un modello sempre più distribuito che rappresenta una straordinaria opportunità di sviluppo locale in chiave di sostenibilità ed economia circolare. Ma, per rispettare gli Accordi sottoscritti a Parigi nel 2015 per contrastare il cambiamento climatico in atto, occorre fare un salto di qualità nella trasformazione del sistema energetico.

“Non possiamo più aspettare – ha detto Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – lo sviluppo delle rinnovabili in Italia è praticamente fermo e non alcun senso rinviare una scelta che è nell’interesse dei cittadini. L’Europa ha definito principi e regole per la produzione di energia da fonti rinnovabili; la sfida è che governo e Parlamento recepiscano entro il 2019 la direttiva europea così da entrare al più presto nel merito delle scelte concrete”.

Per sostenere questa richiesta Legambiente ha lanciato oggi la petizione “Liberiamo l’energia rinnovabile”, indirizzata al presidente del Consiglio del ministri Giuseppe Conte e al ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio per “chiedere di aprire subito alle comunità energetiche e all’autoproduzione da rinnovabili e semplificare le procedure per tutti coloro che scelgono di puntare sulle energie pulite”.

Le notizie, provenienti da tutto il pianeta, che riguardano l’accelerazione dei cambiamenti climatici hanno rafforzato l’attenzione e il consenso verso scelte che vanno nella direzione prevista dall’Accordo di Parigi. Tutti gli studi dimostrano che quegli obiettivi (-55% delle emissioni al 2030) sono raggiungibili nel nostro Paese e porterebbero benefici pari a 5 miliardi e mezzo di euro l’anno e alla creazione di 2 milioni 700 mila posti di lavoro.

“Dobbiamo riuscire entro il 2030 a triplicare i 20 GW installati di impianti solari e realizzare investimenti capaci di ridurre drasticamente consumi energetici ed emissioni di CO2 – ha sottolineato la responsabile Energia di Legambiente Katiuscia Eroe – Il 2019 sarà un anno fondamentale perché entro dicembre dovrà essere presentata a Bruxelles la versione finale del Piano Energia e Clima che dovrà fissare gli obiettivi e le politiche al 2030”
Il Piano dovrà affrontare i nodi che ancora impediscono il pieno sviluppo delle rinnovabili in Italia, sia in termini di autorizzazioni che di meccanismi di supporto alla sviluppo delle energie pulite. Si dovrà intervenire, inoltre, sulla fiscalità in campo energetico e ambientale secondo il principio “chi inquina paga” e tagliare i sussidi alla fonti fossili, come da tempo ci chiedono tutte le istituzioni internazionali.

Il Rapporto presenta anche una fotografia positiva del nostro Paese, rappresentata dalle tante storie che confermano che è possibile realizzare impianti ben integrati nell’ambiente e nel paesaggio: tutte esperienza che dimostrano come sia già possibile fare a meno delle fonti fossili in ogni area dell’Italia.


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