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Marte, l’Italia scalda i motori

Si è svolto oggi a Roma il convegno “Scienze Planetarie ed esplorazione umana”, organizzato da Maker Faire Rome e dall’Ambasciata americana, in collaborazione con BIS- Italia, sezione italiana della British Interplanetary Society. Tra i temi sul tavolo, l’esplorazione del sistema solare con Luna a Marte in primo piano, in quanto prossime frontiere spaziali per molti, Nasa in primis.

“Il Pianeta Rosso è fondamentale per il futuro delle missioni umane per questo bisogna scendere anche nel sottosuolo” ha detto a Roma Ellen Stofan, che ha ricoperto il ruolo di chief scientist della Nasa. È bene ricordare che proprio in questo ambito il ruolo dell’Italia sarà cruciale, dato che il rover marziano europeo “Rosalind Franklin”, parte centrale della missione dell’Agenzia spaziale europea (Esa) Exomars 2020 scaverà le profondità del Pianeta Rosso grazie alla speciale trivella progettata e costruita in Italia da Leonardo e ne analizzerà i campioni raccolti con il Laboratorio Analitico ALD, di cui sarà equipaggiato.

In particolare, il Laboratorio Analitico, cuore del rover della missione Exomars 2020, è stato integrato e testato da Thales Alenia Space nel sito di Torino. A questo punto sarà integrato nel rover, progettato e costruito da Airbus Defense and Space nel Regno Unito. Il rover europeo sarà il primo in grado di scavare a una profondità di due metri su Marte, dove potrebbero essere ancora conservati elementi (biomarcatori) resistiti all’ostilità dell’ambiente esposto a radiazioni, e raccoglierne poi campioni.

Ad ALD pertanto il compito di analizzare e rilevare potenziali gruppi organici con una risoluzione microscopica senza precedenti. Il Laboratorio Analitico include un sofisticato set di strumenti scientifici (MicrOmega, RLS, MOMA) in grado di recuperare e processare campioni del terreno dal sottosuolo marziano. “Siamo orgogliosi di aver raggiunto questa milestone, una sfida tecnica chiave per dimostrare che il design unico dell’ALD e le metodologie studiate nello specifico e adottate per ExoMars 2020 soddisfano le aspettative” – ha dichiarato Walter Cugno – vicepresidente Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space – “Utilizzando questo laboratorio per la ricerca della vita miniaturizzato e la tecnologia robotica avanzata, la missione ExoMars 2020 esplorerà il pianeta rosso alla scoperta di nuove prove per rispondere a domande che affascinano l’umanità da molto tempo”.

In vista della missione del 2020 Thales Alenia Space procederà con l’integrazione e il test del Modulo Test del rover di Terra, un simulatore completo equipaggiato con una copia del modulo ALD, che verrà utilizzato per testare tutte le attività di esplorazione e di ricerca scientifica comandate dal rover. La missione 2016 ExoMars TGO (Trace Gas Orbiter), con a capo sempre Thales Alenia Space, consentirà la comunicazione con il Rover Exomars 2020, processando intorno all’orbita di Marte tutte le informazioni da e per Marte.

Parallelamente si procederà allo sviluppo del software di controllo della missione e al completamento, integrazione e test del modulo di discesa (fornito dalla società russa Lavochkin) compresa la sua unione al modulo “Carrier” (fornito dalla tedesca OHB). I due elementi integrati verranno trasferiti a luglio nel sito Thales Alenia Space di Cannes, dove verrà effettuato il test ambientale. Prima di lasciare Cannes, il rover incontrerà la piattaforma di lancio Kazachok e il modulo Carrier e tutti assieme voleranno da Baikonur verso Marte.

Oltre alla comprensione morfologica Marte pone oggi all’attenzione della comunità scientifica mondiale un altro problema, quello del rientro. “Prima di mandare l’uomo su Marte, sarà necessario validare la capacità di tornare indietro”, spiega al convegno di Roma Maria Antonietta Perino di Thales Alenia Space. A questo scopo, si sottolinea, saranno essenziali missioni come quella dell’Agenzia spaziale ESA “Mars Sample Return”, che tornerà sulla Terra dopo aver intrapreso il lungo viaggio verso Marte (la distanza media con la terra è di circa 225 milioni di km).

“Il destino dell’Uomo è sicuramente vivere meglio sulla Terra, ma anche andare su altri pianeti del Sistema Solare nei prossimi 100 anni”, afferma Enrico Flamini dell’Agenzia spaziale italiana, sottolineando come il livello adeguato di conoscenza e tecnologie per le prossime sfide spaziali potrà essere raggiunto solo in collaborazione tra nazioni e industrie. Dal convegno infine è emerso un dato significativo e cioè che nel 2018 hanno girato 385 miliardi di dollari globalmente attorno al settore, che coinvolge privati, Agenzie nazionali e industrie.

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