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Huawei sempre più anglosassone, investe anche a Cambridge

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Huawei, il colosso cinese delle telco al centro del confronto globale tra Washington e Pechino, ha pianificato la costruzione di una struttura operativa finalizzata alla creazione di microchip per il funzionamento delle reti. La struttura, che dovrebbe essere operativa entro il 2021, creerà nelle intenzioni – scrive il Financial Times – circa quattrocento nuovi posti di lavoro, e sarà composta da una serie di edifici innovativi. La compagnia di Shenzhen ha affermato di voler finanziare la costruzione anche di un centro medico, nonché di qualunque “struttura” avessero bisogno i residenti.

LE IMPLICAZIONI

La decisione di Huawei di produrre chip a Cambridge creerà una forte competizione tra i talenti della regione. La società ha rivelato l’intenzione di utilizzare la nuova sede anche per sviluppare software di intelligenza artificiale. Il nuovo edificio sorgerà, inoltre, particolarmente vicino alla sede di Arm Holdings, la più grande società tecnologica del Regno Unito, che è stata rilevata alcuni anno fa dalla giapponese SoftBank. La crescita di Arm nel settore degli smartphone, insieme all’ascesa di altri attori locali tra cui Csr, ha trasformato Cambridge nel cuore dell’industria del chip.

LE PREOCCUPAZIONI

I rapporti tra Londra e Huawei sono ancora al centro dell’attenzione dopo che il Consiglio di sicurezza nazionale presieduto dalla premier Theresa May avrebbe deciso – seppur in via riservata e non definitiva – che il colosso cinese potrà partecipare all’implementazione della rete 5G (anche se solo per componenti non “core”, differenza però non contemplata, come ha evidenziato Rob Strayer del Dipartimento di Stato Usa, nella idea di sicurezza americana). Non tutto il Paese, come dimostra il dibattito politico scatenatosi dopo il licenziamento del segretario alla difesa Gavin Williamson accusato di essere il responsabile del leak – sarebbe però contento della crescente presenza nel Paese di Huawei. Quest’ultima, infatti, già molto presente in Uk si starebbe ulteriormente espandendo nella città universitaria di Cambridge come parte di un piano d’investimento quinquennale di 3 miliardi di sterline. I massicci interventi economici del colosso cinese nel Regno Unito (bandito da alcune università Usa) suscitano la preoccupazione di coloro che – affini alle posizioni statunitensi – temono attività di spionaggio contro la nazione.

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