Dagli Usa un nuovo colpo per Huawei. Il prestigioso Institute of Electrical and Electronics Engineer di New York, l’Ieee, ha escluso i dipendenti del gigante tech cinese dalla lista di recensori delle sue pubblicazioni. Si tratta di un ulteriore passo verso l’isolamento dell’azienda di Shenzhen, giunto dopo i recenti provvedimenti dell’amministrazione Usa, dopo svariati allarmi dell’intelligence sul possibile spionaggio condotto dai colossi del Paese asiatico, nonché a seguito delle preoccupazioni sollevate dai legislatori statunitensi sulle collaborazioni tra istituzioni occidentali e ricercatori cinesi che lavorano su tecnologie sensibili, come quelle basate su intelligenza artificiale. Misure (e timori) che, evidentemente, coinvolgono anche l’Ieee.
CAUSE ED EFFETTI
La decisione è stata presa dall’istituto americano proprio per conformarsi alla misura voluta dalla Casa Bianca che vieta a realtà americane di collaborare con alcune aziende incluse in una ‘lista nera’ di imprese che potrebbero mettere a rischio la sicurezza nazionale, tra le quali figura anche Huawei. Dopo che il colosso cinese è finito in quell’elenco, si legge nella email ufficiale con la quale la notizia è stata comunicata, l’associazione ha spiegato di non avere “altra scelta che rispettare il ban” a causa di “gravi implicazioni legali”. E i ricercatori cinesi temono già che il divieto di pubblicazione possa essere successivamente esteso all’interruzione delle ricerche finanziate o condotte dall’azienda.
L’IMPATTO MEDIATICO
La notizia della decisione dell’Ieee è entrata nella top 10 tra i topic discussi sulla piattaforma social più grande della Cina, Weibo, una sorta di Twitter cinese, con un non indifferente numero di ricercatori cinesi che hanno espresso la propria indignazione. In risposta alla decisione, Zhang Haixia, ricercatore di nanotecnologie presso la prestigiosa Università cinese di Pechino, si è dimesso dalla sua posizione nel consiglio di redazione di due ricerche Ieee. Tuttavia l’istituto ha spiegato che i dipendenti di Huawei che sono attualmente membri del corpo di esperti possono ancora esercitare alcune funzioni, come il voto individuale nelle scelte aziendali, presentare documenti tecnici per la pubblicazione, presentarsi a convegni dell’Ieee e accettare i premi conferiti dall’associazione. Possono anche continuare a svolgere un ruolo all’interno dell’istituto, partecipare alle riunioni sullo sviluppo degli standard aziendali, presentare nuove proposte e partecipare alle discussioni pubbliche. Essendo la più grande associazione tecnica professionale al mondo, l’Ieee riunisce ricercatori di vari paesi nel campo della nanotecnologia e dell’intelligenza artificiale. La maggior parte delle principali aziende tecnologiche collabora con l’istituto per la definizione degli standard e numerosi importanti ricercatori cinesi siedono nelle commissioni di revisione delle riviste specializzate. Negli ultimi anni, la Cina ha avuto un ruolo crescente nell’organismo, ha elaborato documenti di ricerca a firma di esperti cinesi nonché organizzato e ospitato conferenze globali. E ora, dopo i provvedimenti Usa, questo trend subirà decisamente un rallentamento.
ACCADEMIA E RICERCA
La scelta dell’Ieee non rappresenta comunque una novità assoluta. Ben prima dei provvedimenti presi dal presidente Usa Donald Trump, lo scontro tech tra l’amministrazione americana e la Cina si era ormai allargato anche al mondo dell’università e della ricerca. Recentemente il Massachusetts Institute of Technology ha annunciato di aver interrotto i progetti di collaborazione siglati con i colossi cinesi Huawei e Zte, a seguito delle indagini federali che hanno evidenziato presunte violazioni delle sanzioni americane all’Iran da parte delle società.
Il Mit vantava una collaborazione di lunga data con le aziende tecnologiche cinesi, ed è anche citato dal colosso di Shenzhen come collaboratore del Huawei Innovation Research Program (Hirp), un’iniziativa globale definita dalla società su un progetto a supporto di ricercatori e scienziati finalizzata a perseguire collaborazioni in ambito di innovazione. L’innovazione tecnologica, però, in particolare quella che concerne ambiti particolari come le telecomunicazioni e il 5G o l’intelligenza artificiale, inizia ad essere considerata un’infrastruttura critica.