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Industria e sicurezza sul lavoro. Il bis a Milano della Uiltec

Investimenti per l’industria e politiche di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono i temi al centro del doppio appuntamento milanese della Uiltec nazionale, l’organizzazione dei lavoratori dei settori tessile, chimico e dell’energia della Uil guidata da Paolo Pirani. “Bisogna fare presto e non perdere tempo”, ha detto Antonello Di Mario, capo della comunicazione della Uiltec nazionale ed autore del libro “L’industria che salva il Paese” (Tullio Pironti Editore) che è stato presentato ieri sera nella sala Gonfalone della Regione Lombardia. “Occorre individuare la politica industriale utile a far crescere l’economia. Bisogna realizzare le giuste scelte per garantire il decennio di transizione energetica che caratterizzerà il Paese; ci vogliono investimenti pubblici e privati rivolti alle strutture materiali e a quelle digitali di cui abbisogna l’Italia”, ha detto. A sottolineare l’impegno sindacale contro le morti sul lavoro è stato questa mattina invece il segretario generale della Uiltec nazionale in occasione dell’iniziativa promossa dalla Uiltec-Uil, un tour in bicicletta di mille chilometri che ha attraversato in 17 tappe l’intera penisola.

RISORSE PER L’INDUSTRIA

Alla presentazione del libro di Di Mario sono intervenuti ieri insieme a Paolo Pirani, Antonella Sciarrone Alibrandi, Prorettore dell’Università Cattolica di Milano; Pietro Bussolati, consigliere regionale della Lombardia; Angela Lupo, avvocato del Foro di Milano.

“Si potrebbero convocare – ha suggerito Di Mario- degli Stati Generali su innovazione e tecnologia per scegliere su quali settori strategici concentrare le risorse al fine di determinare una crescita adeguata. È vero: ci vogliono una riforma fiscale che riduca le imposte sul lavoro insieme ai tagli alla spesa pubblica improduttiva. Ma l’industria necessita di risorse oggettive che possano sostenere adeguati investimenti.  Oltre a favorire investimenti provenienti dall’estero, occorre avviare una campagna di investimenti pubblici per diverse decine di miliardi di euro. Dove trovare questi soldi? Il Paese ha un patrimonio pubblico stimato di quasi 1.500 miliardi di euro e circa la metà sono rappresentati da partecipazioni, crediti, anticipazioni attive, immobili e concessioni immediatamente fruibili. Una parte di questo patrimonio potrebbe confluire in un fondo garantito dalla Cassa depositi e prestiti. Quote di questo fondo potrebbero essere sottoscritte dai grandi investitori istituzionali come Fondi pensione, Assicurazioni, Casse previdenziali, la stessa Cdp. L’operazione di cartolarizzazione in questione, sia per entità che modalità, non porrebbe problemi agli operatori coinvolti e non violerebbe accordi presi in ambito comunitario”.

Sulla situazione economica che caratterizza il Paese, Di Mario ha ricordato come la bassa crescita, l’innalzamento del debito pubblico, la diminuzione della produzione industriale e degli ordinativi su base annua non aiutano l’Italia a rialzare la testa : “Di fatto – ha osservato Di Mario- si è scelta la via dell’indebitamento. Il rischio è che produca a medio termine costi più alti di interessi a carico dello Stato, di imprese e di famiglie che determineranno ulteriori conseguenze negative proprio su crescita, investimenti e lavoro. Il livello raggiunto dallo spread in questi giorni conferma questa tendenza. Speriamo solo che non si consolidi nei giorni a venire, perché la spesa ulteriore a copertura degli accresciuti interessi sul debito pubblico ricadrebbe sull’intera comunità nazionale”.

LE VITE SPEZZATE

Il tour in bicicletta di mille chilometri che ha attraversato in 17 tappe l’intera penisola ha avuto come obiettivo la lotta contro “Le vite spezzate”. “Onore all’impresa di Domenico Nese che ha testimoniato col suo cicloviaggio lungo le strade italiane l’importanza che il sindacato ripone nelle politiche di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro. In particolare, il ciclista, che è iscritto alla nostra organizzazione, ha ricordato le tante vite spezzate di chi è scomparso mentre lavorava. La cultura della sicurezza ha tanto bisogno di memoria perché si possa guardare al futuro confidando di porre fine all’intollerabile eccidio”, ha detto Pirani accogliendo questa mattina a Milano l’arrivo ai piedi del Castello Sforzesco di Domenico Nese, partito lo scorso aprile da Ogliastro Cilento, cittadina in provincia di Salerno, di cui è anche vicesindaco.

IL DIBATTITO

Alla manifestazione è seguito un dibattito all’interno della sala Vitman dell’Acquario di Milano, che ha visto tra i partecipanti anche Cristina Tajani, assessore al comune di Milano, Livia Raffaglio, segretaria della Uiltec Lombardia, Mario Stigliano e Andrea Trespiti di “Italia l’ovest Sicurezza, Danilo Margaritella, segretario generale della Uil lombarda e Silvana Roseto, segretaria confederale della Uil nazionale.

L’IMPEGNO DEL SINDACATO

Il segretario generale della Uiltec nazionale ha sottolineato l’impegno sindacale contro le morti sul lavoro: “Il nostro sindacato dell’industria tessile, dell’energia e della chimica – ha detto – ha censito finora più di un migliaio di rappresentanti della sicurezza nei posti di lavoro eletti democraticamente nei siti produttivi. È un piccolo esercito che lotta contro il dramma di più di un migliaio di decessi avvenuti mentre si lavora. In questo senso sindacato ed imprese devono agire all’unisono ed in modo condiviso.
Si può e si deve fare di più a favore della cultura della prevenzione e la Uiltec con il tour in ricordo di queste vite spezzate ha offerto un concreto contributo al dibattito su questo tema e all’intero Paese”.

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