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Lega forte, fortissima; governo debole, debolissimo. Siamo messi così

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Mentre il M5S rinnova la fiducia (via piattaforma Rousseau) a Luigi Di Maio la Lega sbroglia in 39 minuti la matassa Rixi. Arriva infatti alle 13.04 la notizia della condanna del viceministro che, prontamente, alle 13.40 annuncia le sue dimissioni, accettate da Salvini 3 minuti dopo, cioè alle 13.43. In questo modo il leader della Lega sgombera il campo da ogni intralcio spiacevole e, pur confermando fiducia in Rixi (che diventa responsabile Infrastrutture del partito), mette al riparo il governo
da ogni effetto collaterale della sentenza (di primo grado).

Ma non c’è solo questo sul fronte Lega nella giornata di oggi, perché proprio nello stesso giorno torna a parlare in diverse interviste Armando Siri, segno che il successo elettorale di domenica consente a tutto il partito di riprendere fiato e abbandonare gran parte delle ansie dell’ultimo mese. Possiamo quindi fare un bilancio della prima settimana politica dopo il voto ed è un bilancio abbastanza semplice. Salvini è padrone del campo come raramente negli ultimi anni è capitato, diciamo come Renzi nel 2014-2015 e Berlusconi nel 2001-2004. È però fortissimo in Italia ma non così forte fuori dai confini nazionali, poiché permangono su di lui forti riserve tanto a Bruxelles (elemento di cui lui fa un vanto e che usa elettoralmente) quanto a Washington (situazione che invece lo preoccupa).

Questo stato di cose (combinato al disastroso risultato del M5S nelle urne) crea una situazione abbastanza paradossale, tale per cui la forza (accresciuta) della Lega si accompagna alla debolezza (accresciuta) del governo. In particolare sono difficili le posizioni del Presidente Conte e del ministro Tria, poiché i loro ruoli sono proprio quelli su cui si misurerà la convivenza tra i due partiti di governo, giacché titolari dei dossier più importanti. Su badi bene: non è questione di poltrone. Nessuno pensa di sostituirli, però è inevitabile che sulle loro decisioni si scaricheranno tutte le tensioni post voto. Tasse, autonomie regionali, Tav, decreto sicurezza: la “lista della spesa” di matrice leghista è poderosa e il governo sarà sottoposto ad una sorta di tsunami nelle prossime settimane. Resisterà? Difficile dirlo, ma di certo sarà una prova ai limiti dell’eroismo. Sintesi: Lega forte, anzi fortissima; governo debole, anzi debolissimo.

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