Spedita e arrivata. La lettera inviata questa mattina dall’Unione europea con precise richieste di chiarimento all’Italia, della serie perché il debito pubblico non scende, è sul tavolo del governo. Anche su quello di Matteo Salvini, di Luigi Di Maio, di Giuseppe Conte e, ovviamente, di Giovanni Tria. I giochi sono dunque aperti. L’Ue ha fatto il primo passo, aprendo allo scenario di una procedura di infrazione (qui l’articolo di questa mattina), che avrebbe un costo (3,5 miliardi secondo stime Bloomberg). Ora la palla passa all’Italia, con un dilemma: scatenare la rissa o rispondere colpo su colpo?
CHE COSA HA SCRITTO L’UE
La missiva, poche righe (qui l’immagine pubblicata da Repubblica), firmata dal vice presidente Valdis Dombrovskis e dal commissario agli affari monetari Pierre Moscovici e indirizzata in primis al ministro dell’Economia fa notare come l’Italia “non ha effettuato progressi sufficienti nel corso del 2018 per rispettare il criterio del debito“. In questa ottica, Bruxelles chiede al governo di elencare i fattori rilevanti che spiegano questa situazione. Nella lettera, Dombrovskis e Moscovici confermano che l’esecutivo comunitario sta lavorando sulla preparazione di un rapporto sullo stato del debito. È da notare che la lettera è stata firmata dall’autorità politica e inviata al ministro. In passato, ossia nell’autunno del 2018, la stessa missiva era stata inviata dal direttore generale per gli affari economici della Commissione europea, Marco Buti, e inviata alla sua controparte al Tesoro, Alessandro Rivera. Messaggio chiaro: problema forse più politico che prettamente contabile.
EUROPA LOW PROFILE
La Commissione ha scelto di tenere i toni molto bassi nella lettera a Tria e ciò la dice lunga sulla gravità della situazione. A fine ottobre, quando partì l’allarme perché la Commissione non prevedeva che l’Italia avrebbe soddisfatto la regola di riduzione del debito nel 2018 e nel 2019 la lettera abbozzava un’analisi puntuale della situazione e indicava espressamente che un debito pubblico così elevato limita lo spazio di manovra del governo per spese più produttive a beneficio dei suoi cittadini. Questa volta ci si limita alla richiesta di informazioni/chiarimenti segno che il presidente della commissione (in scadenza) Jean Claude Juncker vuole mantenere un profilo più basso possibile per non esasperare le tensioni con il governo
E ADESSO?
La domanda quasi d’obbligo a questo punto è: e adesso? Il Tesoro, che prima dovrà concertarsi con i due azionisti di governo, Salvini e Di Maio e naturalmente con Conte, ha tempo due giorni per rispondere. Entro venerdì il governo dovrà spiegare all’Europa perché il nostro debito non è sceso. Spiegazioni che dovranno essere convincenti anche per i mercati: appena giunta la lettera lo spread tra Btp e Bund è salito a 283 punti base. Il rendimento del decennale italiano è in rialzo al 2,65%. Attenzione.