“Il filo rosso che unisce i risparmiatori del Paese con le banche del territorio non si è sfilacciato”. Stiamo assistendo, negli ultimi mesi, ad un’attenzione diversa nei confronti delle banche popolari e del territorio. Che un numero sempre maggiore di clienti si affidi al credito popolare, anche nell’ambito del risparmio gestito, almeno a noi, era noto e, in ogni occasione utile, abbiamo provato a renderlo di dominio pubblico non senza una certa difficoltà dovuta a una sorta di furore ideologico che, nella fase politico-economica precedente a quella attuale e con le dovute e importanti eccezioni, pervadeva il mondo della cultura economica e finanziaria.
Oggi, dunque, ci si accorge, leggendo i dati della Banca d’Italia, che gli italiani continuano a fidarsi delle banche popolari non solo sul versante dei depositi ma anche per l’amministrazione dei risparmi. Ci si accorge anche che nel primo trimestre del 2019 sono ancora cresciuti del 1 per cento i volumi gestiti con gli impieghi vivi -quindi al netto delle sofferenze- con l’intero sistema che ha subito, al contrario, una contrazione dello 0,7 per cento e che sono incrementate anche le provviste (+1,5%) e i depositi (+3%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si assiste, in sintesi, a un significativo ritorno di fiducia dei risparmiatori verso realtà bancarie legate alla territorialità che rafforza un antico legame.
Due sono le motivazioni che vengono poste alla base di questo significativa presa d’atto. Prima di tutto si sottolinea la capacità di innovazione delle Popolari che sono state in grado, in questi anni difficili per l’economia e per il sistema bancario, di caratterizzare la propria forza di resilienza attraverso una operazione di medio periodo con la quale è venuto naturale coniugare innovazione tecnologica e ruolo e valore delle modalità più tradizionali di fare banca. Insomma, il fintech, nel sistema del credito popolare, non solo non ha sostituito il rapporto tra cliente e operatore allo sportello, ma lo ha reso elemento ancora più necessario in quanto in grado di far consolidare quell’essenziale livello di fiducia che, altrimenti, la tecnologia, per sua natura, è destinata a cancellare lasciando al cliente una sensazione di solitudine e diffidenza. L’altro elemento che viene valorizzato è il rapporto tra banche del territorio e piccole e medie imprese.
Nulla di nuovo, per noi, anche in questo caso, ma il fatto che se ne prenda finalmente atto è di certo un elemento molto positivo. I dati relativi ai primi tre mesi del 2019 parlano, per le pmi, di un miglior accesso al credito proprio attraverso le banche popolari con i nuovi impieghi in crescita rispetto al passato che sfiorano i 6,5 miliardi di euro e che potranno aumentare ancora grazie ai prodotti di finanziamento diretto alle imprese che stanno prendendo piede in questo secondo trimestre.
Il finanziamento dell’economia reale e l’innovazione tecnologica in materia bancaria, ma soprattutto lo stretto legame tra queste due dimensioni che, fino a non molto tempo fa, erano considerati piani tra loro non comunicanti, rappresenta la sfida del futuro.
Una sfida già in corso che prende le mosse dalla catastrofe alla quale abbiamo assistito negli ultimi due decenni quando la sottovalutazione dell’innovazione finanziaria ha reso possibile una crisi economica senza precedenti e della quale stiamo ancora pagando le conseguenze. Anche di questo si sta positivamente prendendo atto. Ormai è pacificamente accettato che occorre assolutamente evitare che la “finanza ombra”, quella che servendosi soltanto della tecnologia fa a meno dell’intermediazione tradizionale, torni ad essere, come è stato, incontrollabile e imprevedibile. Allo stesso tempo è sempre più chiaro e indiscutibile che, per evitare nuove crisi, non si possa prescindere dal considerare l’intermediazione tipicamente creditizia alla base del sistema bancario sostenendo e valorizzando una reale correlazione tra sviluppo imprenditoriale e rafforzamento bancario. Senza l’uno è, vicendevolmente, impossibile realizzare l’altro.
Aver saputo coniugare l’innovazione della tecnologia e la tradizione del rapporto personale, aver mantenuto sempre ferma la bussola del sostegno ai territori rendendo da un lato migliore l’accesso al credito alle pmi e dall’altro più affidabile la raccolta del risparmio, spiega, di fatto, i dati positivi registrati dal Credito popolare nel suo complesso ed è ciò spiega anche il nuovo approccio del mondo della comunicazione nei confronti delle Banche del territorio. Meglio tardi che mai!