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Vi spiego chi ha vinto e chi ha perso con la liberalizzazione del settore elettrico. Parla Clò

g7 energia, alberto clò

“Ci sono ombre e luci dalla liberalizzazione del settore elettrico in Italia” spiega in quest’intervista a Formiche.net l’economista Alberto Clò, già ministro dell’Industria e del Commercio nel governo tecnico di Lamberto Dini. “Quando si fanno queste riforme la domanda è: chi ha vinto? Secondo me certamente le imprese, ma ha perso il consumatore che non ha avuto grandi vantaggi nella bolletta. Anche se si migliorasse ancora l’efficienza energetica i vantaggi sarebbero nell’ordine di 25 euro l’anno e per contro ci sono famiglie che non possono più permettersi di pagare l’elettricità: vogliamo parlare anche di questo?”.

Cosa non ha funzionato?

Quando ci sono gli amarcord, come in questo caso che ricorrono i vent’anni dal decreto Bersani, si pensa più ai festeggiamenti, ma se vogliamo fare un’analisi dobbiamo essere coscienti che alle imprese è andata bene, ai consumatori molto meno. Il consumatore non guarda alla parte dell’energia prodotta con le rinnovabili ma al costo della bolletta finale che non è scesa in questi anni. Non è un caso che l’icona delle liberalizzazioni partite dalla Gran Bretagna si sono molto offuscate.

Cosa vuol dire?

Ricordate Margaret Thatcher? Oggi nessuno ne parla più perché è diventato il massimo esempio del dirigismo, perché il sistema elettrico inglese si è spappolato, non hanno più investito nel comparto.

E in Italia?

Da noi si è investito ma solo perché ci sono stati gli incentivi governativi nel settore. Anche questo anno noi paghiamo altri 13 miliardi di euro di finanziamenti al comparto che sono andati tutti alle imprese. Diciamo la verità: fare il bilancio deve servire a vedere se i risultati sono stati pari alle aspettative, ma soprattutto a guardare avanti.

E cosa vede?

Penso che la campana dei gilet gialli suona anche per noi. Gli impatti sociali delle politiche ambientali confliggono con l’equità sociale. I gilet gialli nella versione iniziale, non nel fanatismo in cui sono finiti, sono quelli che nei loro cartelli scrivevano giustamente: ‘fate presto voi parigini che avete la metro sotto casa’. Tutto questo perché in Francia, come in Italia, circa 30 milioni di persone vanno al lavoro in macchina, pur avendo servizi ferroviari e mezzi pubblici efficienti. Qui siamo arrivati all’assurdo che la famiglia che ha un reddito medio basso paga l’impianto fotovoltaico sul tetto della villa in Toscana della famiglia ad alto reddito.

Un paradosso delle liberalizzazioni…

Questo è socialmente inaccettabile.

Per questo dice che hanno vinto le imprese?

Beh alle imprese della salvezza del pianeta diciamo che gliene importa poco o nulla, fanno giustamente i loro interessi…

E allora quale è il problema?

Che queste liberalizzazioni, a partire dal settore elettrico, non sono state fatte con un bilanciamento. Alla deregolamentazione economica si è accompagnato un processo contrario sulla regolamentazione ambientale: i costi della seconda hanno sopravanzato nettamente i benefici della prima. E il futuro è che aumenterà sempre di più la regolamentazione ambientale. Quindi va benissimo l’amarcord dei vent’anni ma guardiamo anche alle contraddizioni che hanno accompagnato queste liberalizzazioni.

Il problema è dietro l’angolo: nel luglio del 2020 terminerà il mercato a maggior tutela e ci sarà solo il mercato libero…

Già e cosa succederà: le imprese si faranno concorrenza tra di loro o aumenteranno ancora i prezzi?

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