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Dopo la fase di denuncia, inizia la fase due di Papa Francesco

L’appuntamento con la fase-due del pontificato è fissato: è per il 26-28 marzo 2020. È un appuntamento con tutti coloro, credenti e non credenti, che credono nella fratellanza umana e nella necessità di costruire davvero un’economia diversa, per il bene comune. Nell’epoca dello scontro di civiltà entra in campo un altro disegno, opposto.

Il pontificato di Jorge Mario Bergoglio, dopo la fase della denuncia dell’economia che uccide e del populismo che si diffonde diffondendo paura, annuncia la fase della proposta. E la proposta partirà da Assisi, città della carità e dell’ecologia dai tempi della profezia del poverello d’Assisi, città del dialogo dal grande incontro promosso proprio per respingere lo scontro di civiltà da Giovanni Paolo II, e quindi oggi città prescelta per lanciare la nuova nuova proposta. Il papa l’ha annunciata rivolgendosi ai giovani economisti, imprenditori e imprenditrici di tutto il mondo, invitandoli a un’iniziativa che pensava e desiderava da tempo: “Incontrare chi oggi si sta formando e sta iniziando a studiare e praticare una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda. Un evento che ci aiuti a stare insieme e conoscerci, e ci conduca a fare un “patto” per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani”.

La rivoluzione populista è nata impossessandosi proprio della lotta alle elitès, facendo così del contrasto a un’economia che uccide il sostegno a un nazionalismo che se non è malato può facilmente esserlo o diventarlo, senza poi modificare la sostanza dell’economia globale, ma dichiarando un’avversione personale alle cosiddette elités. Bergoglio invece vede la necessità di un’economia che sappia ri-animarsi e ri-animare un mondo che ha bisogno di globalità, ma una globalità vista con altri parametri. A partire dall’ecologia: “ Nella Lettera Enciclica Laudato si’ ho sottolineato come oggi più che mai tutto è intimamente connesso e la salvaguardia dell’ambiente non può essere disgiunta dalla giustizia verso i poveri e dalla soluzione dei problemi strutturali dell’economia mondiale. Occorre pertanto correggere i modelli di crescita incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente, l’accoglienza della vita, la cura della famiglia, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future. Purtroppo, resta ancora inascoltato l’appello a prendere coscienza della gravità dei problemi e soprattutto a mettere in atto un modello economico nuovo, frutto di una cultura della comunione, basato sulla fraternità e sull’equità”. Bergoglio si rivolge ai giovani perché il futuro è loro e loro non devono cedere alle finte rivoluzioni, ma cambiare davvero i parametri, che vanno cambiati.

“Carissimi giovani, io so che voi siete capaci di ascoltare col cuore le grida sempre più angoscianti della terra e dei suoi poveri in cerca di aiuto e di responsabilità, cioè di qualcuno che “risponda” e non si volga dall’altra parte. Se ascoltate il vostro cuore, vi sentirete portatori di una cultura coraggiosa e non avrete paura di rischiare e di impegnarvi nella costruzione di una nuova società. Gesù risorto è la nostra forza! Come vi ho detto a Panama e scritto nell’Esortazione apostolica postsinodale Christus vivit: ‘Per favore, non lasciate che altri siano protagonisti del cambiamento! Voi siete quelli che hanno il futuro! Attraverso di voi entra il futuro nel mondo. A voi chiedo anche di essere protagonisti di questo cambiamento. […] Vi chiedo di essere costruttori del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo migliore’ (n. 174)”. Non basta pregare per un mistico con l’urgenza del fare sociale come Bergoglio. Occorre pregare, rimboccarsi le maniche ed entrare in contatto con le nuove, vere ferite delle società contemporanee, che si possono conoscere se si ha una sguardo contemplativo sulla città contemporanea, come ha detto pochi giorni incontrando la diocesi di Roma.

Così Francesco scrive ancora più chiaramente nella sua lettera. “Per questo desidero incontrarvi ad Assisi: per promuovere insieme, attraverso un “patto” comune, un processo di cambiamento globale che veda in comunione di intenti non solo quanti hanno il dono della fede, ma tutti gli uomini di buona volontà, al di là delle differenze di credo e di nazionalità, uniti da un ideale di fraternità attento soprattutto ai poveri e agli esclusi. Invito ciascuno di voi ad essere protagonista di questo patto, facendosi carico di un impegno individuale e collettivo per coltivare insieme il sogno di un nuovo umanesimo rispondente alle attese dell’uomo e al disegno di Dio. Insieme a voi, e per voi, farò appello ad alcuni dei migliori cultori e cultrici della scienza economica, come anche ad imprenditori e imprenditrici che oggi sono già impegnati a livello mondiale per una economia coerente con questo quadro ideale. Ho fiducia che risponderanno. E ho fiducia soprattutto in voi giovani, capaci di sognare e pronti a costruire, con l’aiuto di Dio, un mondo più giusto e più bello”.

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