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Così il Pentagono guarda alla Libia. I tweet di AfriCom a Formiche.net

Africom

Gli Stati Uniti confermano di monitorare la situazione in Libia, di essere interessati agli sviluppi sul campo e di “valutare la fattibilità per una nuova presenza militare Usa”. È questa la posizione delle forze armate americane (via AfriCom).

Il comando del Pentagono che gestisce le attività in Africa, AfriCom, fornisce precisazioni su un’indiscrezione raccolta attraverso fonti libiche da Formiche.net a proposito dello spostamento a Misurata programmato per un piccolo contingente di forze statunitensi.

Oggi la branca strategica del Pentagono ci scrive pubblicamente, attraverso il profilo Twitter (canale di comunicazione ufficiale), che quanto riportato nel nostro articolo pubblicato il 13 aprile “non è accurato”, ma poi precisa che Washington ha gli occhi fissi sulle condizioni sul terreno e sulla possibilità di un nuovo schieramento.

“[Come] dichiarato il 7 aprile, un contingente di forze americane che supportano il comando USA Africa si è temporaneamente trasferito dalla Libia in risposta alle condizioni di sicurezza sul terreno”, ci dice AfriCom, riferendosi a uno spostamento tattico — di cui si era già parlato — avvenuto il 7 aprile, fase strettamente successiva all’inizio dell’aggressione lanciata dal signore della guerra dell’Est libico, Khalifa Haftar, nel tentativo di conquistare Tripoli e scalzare il governo che l’Onu ha insediato sotto propria egida, mettendo Fayez Serraj alla guida del processo.

Successivamente, davanti a una richiesta di ulteriori spiegazioni, il comando americano fornisce una lettura ben più articolata. “Le forze del comando USA Africa si sono trasferite dalla Libia ad aprile. Il comando continuerà a monitorare le condizioni sul terreno in Libia e valuterà la fattibilità di una nuova presenza militare USA, a seconda dei casi”. Sostanzialmente una conferma che il rientro non è un’operazione del terzo tipo.

La notizia del movimento di alcune forze americane verso Misurata ha un valore di primo piano, perché proprio dalla città-stato occidentale parte il grosso dei battaglioni che sta difendendo Tripoli dall’attacco di Haftar. Per questo viene tratta con massimo interesse.

L’indiscrezione fornita da Formiche.net a proposito, era stata successivamente confermata dall’agenzia stampa italiana Nova (rilanciata anche dal sito libico Alwasat) attraverso altre fonti diverse.

Nei giorni passati, gli Stati Uniti hanno preso una posizione equivoca sul dossier libico. La Casa Bianca ha diffuso una nota non ufficiale in cui raccontava di una telefonata tra Donald Trump e Haftar, che sembrava sganciare Washington dal sostegno al piano Onu (posizione sostenuta fin dall’inizio del processo, nel 2015). Successivamente, dipartimento di Stato, Pentagono e Consiglio per la Sicurezza nazionale hanno cercato di normalizzare la posizione con dichiarazioni non esposte verso l’autoproclamato Feldmaresciallo.

La situazione in Libia è articolata, e ha assunto la dimensione di una questione regionale. L’interessamento americano sul dossier libico è da inserire all’interno di un’ottica che riguarda tutto il quadrante mediterraneo (bacino in cui in questi giorni si trovano a compiere un’esercitazione congiunta due portaerei statunitensi).

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