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Tsipras crolla in Grecia, elezioni politiche prima dell’estate

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Sapeva che sarebbe andata male, ma prendere coscienza del fatto che non poteva andare peggio gli è costato e anche tanto. Alexis Tsipras è l’indiscusso sconfitto del voto europeo e amministrativo che si è tenuto ieri in Grecia, tanto che, entro l’estate, l’Ellade tornerà alle urne per le elezioni politiche, dove, molto probabilmente, l’ex giovane promessa della politica greca dovrà cedere il passo al suo principale avversario, il segretario generale di Nea Dimokratia, Kyriakos Mitsotakis.

I RISULTATI DI SYRIZA

Il risultato del suo partito Syriza è del 23,8%, quasi tre punti in meno rispetto alle Europee del 2014, e lontano anni luce dal 35,5% delle ultime politiche, a settembre 2015. Nea Dimokratia, balza al 33,2% e si prepara già a governare il Paese, probabilmente con il supporto di quello che attualmente è il terzo partito greco, Kinal, attestato al 7,2% e che è composto da fuoriusciti del partito socialista Pasok e altre forze di centro-sinistra.

LE ALTRE FORZE POLITICHE

Soddisfazione per i comunisti del KKE, che conquistano un incoraggiante 5,7% e raccolgono una parte dei delusi da Tsipras. Modesta l’affermazione dei neonazisti di Alba Dorata, fermi al 4,8% e che passano da terza a quinta formazione politica del Paese. Non basta, però, per fare tirare un sospiro di sollievo per quelli preoccupati dalla virata a destra del Paese. Uno dei motivi del crollo di Alba Dorata, è il successo della formazione ultra nazionalista e filo-russa Ellinikí Lýsi, fondata dall’ex parlamentare, Kyriakos Velopoulos, che al suo esordio ha conquistato il 4%. Nel nuovo parlamento europeo siederà anche chi quell’Europa la voleva abbattere. Si tratta dell’exo ministro-rock star, Yannis Varoufakis. Che con il suo partito MiRE25, ha conquistato il 3% dei consensi.

INEVITABILE CRISI DI GOVERNO

Tsipras ha cercato in ogni modo di evitare la crisi di governo. Ieri sera è stato in riunione con i suoi fedelissimi per ore. Dall’altra parte della città, Kyriakos Mitsotakis chiedeva a gran voce le sue dimissioni. Alla fine, ha dovuto cedere. Domenica prossima, dopo i ballottaggi delle amministrative, chiederà al presidente della Repubblica di fissare la data per le nuove consultazioni politiche.

GOVERNO NUOVO, POLITICA VECCHIA

Quello si profila, è un governo nuovo, ma figlio di una politica vecchia. Kyriakos Mitsotakis è figlio e fratello d’arte. Suo padre e sua sorella sono stati rispettivamente primo ministro e Ministro degli Esteri. Rappresenta quella politica greca che Tsipras aveva promesso di aver dimenticare ai greci e che era convinto di poter abbattere, insieme con l’Europa dell’austerity. Della quale però, e questa è una beffa, è stato il più fedele e affidabile, fino a rimetterci. Non solo per aver accettato buona parte dei sacrifici che aveva promesso di rispedire al mittente, ma per aver portato avanti quell’accordo di Prespes, che chiudeva il contenzioso storico-culturale con la ex Macedonia, attuale Macedonia del Nord e segnare una delle poche pagine positive del vecchio continente.

IL FUTURO PER TSIPRAS

Adesso il premier ha circa un mese per recuperare 10 punti di svantaggio. Più onestamente, si prepara a tornare all’opposizione. Altrettanto onestamente, però, bisogna ammettere, già da adesso, che Alexis Tsipras, pur con tutti gli errori che ha fatto, un po’ per ingenuità, un po’ per inesperienza, è stato un leader responsabile e, forse suo malgrado, profondamente europeo.

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