Mission Evolve – Always one step ahead. Un nome non certo banale quello scelto da Unipol per presentare, questa mattina il piano industriale aggiornato al 2021, illustrato per l’occasione dal ceo del gruppo assicurativo Carlo Cimbri. Per i prossimi due anni si prevede una raccolta Danni e Vita in crescita di 750 milioni sul 2018, a quota, rispettivamente 8,7 milioni e 5 miliardi di euro. Il combined ratio (incidenza dei costi sui premi totali) al netto della riassicurazione scenderà al 93%, in calo dell’1,2%sul 2018.
Unipol ha dichiarato di puntare al 2021 a un utile netto cumulato di 2 miliardi di euro, cedole complessive per 600 milioni e un indice di solvibilità compreso tra il 140 e il 160% del minimo regolamentare. Unipol Sai, la controllata assicurativa, prevede 2 miliardi di utili cumulati e la distribuzione di 1,3 miliardi di dividendi nell’arco di piano. Il solvency ratio si attesterà tra il 170 e il 200% del minimo regolamentare.
C’è anche qualche movimento tra le risorse umane. Il piano di Unipol prevede l’uscita di 600 persone con il fondo di solidarietà e l’assunzione di 300 dipendenti, così da ridurre l’età media di 2 anni e portare nel gruppo nuove competenze, e oltre 200 milioni di investimenti in tecnologia. Obiettivo del piano Mission evolve è “rafforzare il proprio primato in Italia nell’assicurazione Danni” di Unipol, leader “in termini di portafoglio clienti, quota di mercato, rete distributiva e per numero di scatole nere installate”, ed estenderlo “agli ecosistemi Mobility, Welfare e Property”.
La presentazione del piano industriale ha fornito anche l’occasione per illustrare i risultati del primo trimestre 2019. Unipol ha segnato un utile netto di 171 milioni, in calo del 63,7% rispetto allo steso periodo del 2018 che scontava però una plusvalenza di 309 milioni connessa alla cessione di Popolare Vita. A livello normalizzato e perimetro omogeneo, il risultato sarebbe in crescita del 18,7%. La raccolta premi sale a 3,3 miliardi di euro, in crescita del 4,2% a perimetro costante, grazie sia alla crescita del ramo danni (+3,3% a 2 miliardi) che del vita (+5,7% a 1,3 miliardi). Il combined ratio migliora al 93,4% dal 94,1% del 31 marzo 2018. Peggiora invece l’indice di solvibilità di gruppo, che scende al 155% rispetto al 163% di fine 2018.