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Si vota in Lituania: confina con la Russia, quindi i candidati sono tutti pro Nato

Lituania oggi al voto, con i nove candidati che promettono un orientamento pro-europeo. Nei dibattiti televisivi, appoggiano l’adesione all’Ue e alla Nato dell’ex repubblica sovietica. L’elezione però è strategicamente rilevante perché il primo stato confinante è la Russia. Infatti dopo l’annessione russa della Crimea, la Lituania aveva parzialmente reintrodotto il servizio militare e nello stato baltico un battaglione della Nato multinazionale è di stanza sotto la guida tedesca.

LITUANIA AL VOTO

Quasi 2,5 milioni di persone votano oggi, con le urne che chiudono alle 20 ora locale (le 17 in Italia): nel caso in cui nessuno dei candidati dovesse raggiungere al primo turno la maggioranza assoluta, i primi due andranno al ballottaggio che si terrà lo stesso giorno delle elezioni europee (il 26 maggio).

Chi succederà a Dalia Grybauskaite (primo Capo di Stato donna) che ha portato a termine due mandati in dieci anni? Possibile la “continuità in rosa”, con la 44enne già ministro dell’economia Ingrida Simonyte, sostenuta dai conservatori anche se non ne fa ufficialmente parte. I sondaggi la danno in testa, anche perché a quelle latitudini è il candidato più in sintonia con l’elettorato: ha uno spiccato senso dell’umorismo, si è spesa decisamente nel campo dei diritti civili per le coppie di fatto e ha un feeling particolare con le fasce più giovani della popolazione, inclini ad una visione liberale del mondo. Punta ad armonizzare città, borghi di periferia e realtà rurali.

COMPETITORS

Il centrosinistra schiera il 48enne Saulius Skvernelis, attuale premier, un poliziotto che ha servito come ministro degli interni, noto nel Paese per le sue battaglie contro la corruzione. È sostenuto da Verdi e dal partito dei contadini, anche se non vi fa parte e promette una politica in chiave sociale che rivoluzioni il welfare, con promesse “populiste” lanciate al mondo rurale fortemente in difficoltà in un paese spaccato a metà, tra ceti poveri (la maggioranza) e ceti più agiati. Il protagonista è il costante calo demografico dovuto alla migrazione in massa dei giovani verso i paesi occidentali in quanto la povertà e la disparità di reddito rimangono tra le più alte dell’Ue.

È la ragione per cui l’ingiustizia sociale è in cima all’agenda elettorale anche della terza candidata, la 54enne Gitanas Nauseda, economista indipendente. Propone uno stato sociale basato sul maggiore dialogo tra le diverse classi sociali in Lituania dove più di un quarto della popolazione, in particolare quella rurale, vive al di sotto della soglia di povertà, fissata a 307 euro al mese. Nell’ultimo biennio però i salari lituani hanno registrato un incremento del 10% e lo stipendio lordo medio ha raggiunto 970 euro.

Tra l’altro il paese è stato visitato lo scorso settembre da Papa Francesco che lo ha issato a vessillo della lotta contro “violenza e tempi oscuri”, in quanto terra che ha conosciuto la furia sia nazista che sovietica. Bergoglio ha scelto di omaggiare Kaunas nel 75esimo anniversario del “genocidio ebraico”, poi il Monumento alle Vittime dell’Occupazione e delle Lotte per la Libertà, dove ha ricordato la distruzione del Ghetto.

SCENARI

Gli altri candidati, che però non hanno chanches di vittoria, sono il commissario europeo Vytenis Andriukaitis, il filosofo Arvydas Jouzatis, l’europarlamentare Valentinas Mazuronis, i parlamentari Mindaugas Puidokas, Naglis Puteikis, e l’esponente della Unione famiglia cristiana Valdemaras Tomaševskis.

Tutti sono convinti sostenitori dell’Unione europea e della Nato, considerati come una polizza-vita contro il vicino di casa russo. Mosca è presente in vari filoni del Paese, come dimostra il caso dei presunti legami del gruppo Revolut con il Cremlino, il cui ruolo verrà esaminato dal nuovo governo preoccupato dal ruolo della banca digitale e dai potenziali rischi per la sicurezza nazionale: lo ha deciso il Parlamento analizzando le azioni e lo status della banca con sede a Londra che al momento risulta essere una delle start-up in più rapida crescita in Europa. Lo scorso dicembre ha ricevuto due licenze bancarie europee dalla Bank of Lithuania. Il parlamento lituano ha recentemente espresso i propri timori che Revolut sia “politicamente vulnerabile” a causa dei suoi presunti legami con la Russia, anche se la start-up ha sempre negato qualsiasi collegamento con il Cremlino nonostante l’amministratore delegato della banca, Nikolay Storonsky, sia nato in Russia.

QUI USA

Ma in Lituania si gioca anche un’altra partita, quella per il controllo del versante baltico dove gli Usa hanno recentemente avviato l’Operazione Atlantic Resolve per garantire la sicurezza collettiva nella regione. Lo scorso febbraio tredici elicotteri e 150 soldati sono giunti nel paese dove rimarranno verosimilmente per un periodo di nove mesi per operazioni nella base delle forze armate nazionali a Lielvārde.

L’azione si incastra all’interno di quella cosiddetta assistenza consultiva che ad esempio ha prodotto da parte della Rand Corporation un nuovo report su come reagire alla possibile aggressione russa negli Stati baltici. Una sorta di vademecum che analizza come implementare le capacità militari anche della Lituania, in chiave di contromisure russe. Il tutto sotto l’ombrello istituzionale dei governi baltici, degli Stati Uniti, e di partner internazionali come la Nato.

twitter@FDepalo

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