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Aria più pulita. Conte e sei ministri sottoscrivono il loro impegno a Torino

“È un bel segnale quello che il nostro Paese dà oggi qui a Torino nel ritrovarsi a parlare di migliorare la qualità dell’aria. Grazia a questo Protocollo il governo Italiano intende dare un convinto impulso all’attuazione di misure concrete per raggiungere questo obiettivo. Solo con una sforzo coordinato e basato sul dialogo si può contenere l’inquinamento atmosferico. Confido che il Commissario europeo Vella abbia potuto constatare, oggi , il nostro impegno nella lotta allo smog”.

Con queste parole il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha voluto sottolineare l’impegno del governo italiano, aprendo a Torino il Clean Air Dialogue e firmando, insieme a sei suoi ministri e al Commissario all’Ambiente europeo Karmenu Vella, il Protocollo Aria Pulita. Si tratta di un accordo per la realizzazione di un Piano di azione per il miglioramento della qualità dell’aria nel nostro Paese. Il protocollo prevede interventi mirati in cinque settori ed ha una dotazione iniziale di 400 milioni di euro. “Abbiamo riunito qui a Torino gli stati generali dell’aria – ha sottolineato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – per affrontare quella che è una vera e propria emergenza: ogni giorno, come ci ricorda l’Oms, muoiono prematuramente, a causa dello smog, 219 persone, circa 80 mila morti l’anno. Oggi abbiamo firmato un protocollo che è un piano d’azione operativo. Agiremo in accordo con le Regioni con impegni concreti, perchè è importante lavorare insieme. Vogliamo fare da battistrada anche per gli altri 19 Paesi europei in procedura di infrazione”.

Le misure del protocollo riguardano cinque settori maggiormente responsabili dell’inquinamento dell’aria: agricoltura, trasporti, riscaldamento domestico, uscita dal carbone e misure trasversali. Presso la presidenza del Consiglio verrà istituita l’Unità di coordinamento del Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria. Il piano ha una durata di due anni e per ciascun ambito di intervento sono individuate specifiche azioni operative inquadrate in unica strategia complessiva. In ambito agricolo sono previsti interventi per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca e limitazioni nell’abbruciamento dei residui vegetali.

Nella mobilità sono previsti criteri ambientali nella circolazione in ambito extraurbano, con la riduzione dei limiti di velocità nei tratti autostradali vicini ai centri urbani. Particolare attenzione viene posta alla diffusione dei veicoli elettrici ibridi nelle aree cittadine a traffico limitato e alla sperimentazione di quei veicoli elettrici per la “mobilità personale” come segway, hoverboard e monopattini. Allo stesso tempo viene disincentivato l’uso di veicoli al alte emissioni inquinanti. Per quanto riguarda il riscaldamento civile sono previste azioni per la riduzione dell’inquinamento prodotto da stufe a biomasse e a gasolio e la qualificazione degli installatori di impianti alimentati a fonti rinnovabili.

Si ribadisce, infine, la necessità dell’uscita dal carbone, prevista dall’Italia nel 2025, con un’accelerazione per le centrali termoelettriche che ricadono nelle aree oggetto delle procedure di infrazione, attraverso la loro chiusura e la loro trasformazione. “Timidi passi avanti nelle politiche antismog” secondo Legambiente il Protocollo sottoscritto oggi a Torino dai ministeri di Ambiente, Economia, Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti, Politiche Agricole e Salute con Regioni e Provincie autonome.

Quello che manca, sottolinea l’associazione ambientalista in una nota, “è una strategia complessiva fondata su risorse certe che metta davvero al centro le aree urbane, dove oggi si concentra una sfida importante e decisiva soprattutto nella lotta ai cambiamenti climatici, e che punti sulla mobilità sostenibile, sulla rigenerazione urbana, sulla riconversione sostenibile dell’autotrazione e dell’industria, sulla riqualificazione edilizia, il riscaldamento con sistemi innovativi, senza dimenticare il settore agricolo e il trasporto marittimo”.

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