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Così lo stop a Huawei può spingere negli Usa il 5G di Ericsson e Nokia

Dopo l’ordine esecutivo, firmato dal presidente Usa Donald Trump, che dichiara una “emergenza nazionale” e impedisce alle società statunitensi di utilizzare le apparecchiature di telecomunicazione fatte da aziende straniere che presentano un rischio per la sicurezza nazionale – come Huawei, inserita in una “lista nera” del dipartimento del Commercio, o Zte, compagnia della Repubblica Popolare controllata dallo Stato -, negli Stati Uniti si stanno aprendo le porte a due dei principali concorrenti dei colossi cinesi nelle apparecchiature per le nuove reti 5G: le europee Ericsonn e Nokia. Aziende che ora potrebbero entrare maggiormente anche nel difficile mercato dei piccoli operatori secondari (o rurali) disseminati per il Paese.

LE MOTIVAZIONI DEGLI OPERATORI

Finora, gli operatori di modeste dimensioni – come Pine Belt in Alabama o Union Wireless in Wyoming – avevano spesso basato le loro scelte tecnologiche su componentistica che consentisse un netto risparmio (secondo Roger Entner, un analista di Recon Analytics, le apparecchiature delle aziende cinesi costerebbero in media dal 30% al 50% in meno rispetto a quelle dei diretti concorrenti). Motivo per il quale, le telco più piccole hanno spesso optato per aziende del gigante asiatico. A seguito delle scelte dell’amministrazione Usa, però, invertire questa rotta potrebbe essere una scelta obbligata.

IL PRESSING USA

Gli Usa hanno a più riprese avvisato i Paesi partner che affidarsi a tecnologia di Pechino – in particolar modo nello sviluppo del 5G – potrebbe influire sulla capacità americana di condividere informazioni di intelligence con gli alleati. La Casa Bianca teme infatti che i giganti tech cinesi possano diventare strumenti di spionaggio della Repubblica Popolare, anche in virtù di una legge sull’intelligence che obbliga le aziende cinesi a collaborare con il proprio Paese. Inoltre, la rete 5G comporterà notevoli cambiamenti, connetterà una vasta moltitudine di dispositivi e per velocità supererà in prospettiva di 100 volte quella attuale delle reti 4G. Per gli Usa sarebbe quindi un rischio dare alla Cina l’ipotetica possibilità di poter “spegnere” infrastrutture strategiche o l’erogazione di servizi. Sia altrove, sia, a maggior ragione, sul proprio territorio.

LA CORSA AL 5G

Il problema di un controllo del 5G è particolarmente sensibile ed esteso oltreoceano, dal momento che i venditori di servizi di rete degli Stati Uniti stanno cercando con urgenza dei partner per le loro reti. Mentre le grandi aziende hanno già tagliato i ponti con i colossi di Pechino, i piccoli operatori rurali continuano a fare affidamento sugli switch Huawei e Zte, nonché su altre apparecchiature più “economiche”. La Rural Wireless Association, che rappresenta gli operatori con meno di 100mila abbonati, ha stimato che il 25% dei suoi membri utilizza ancora dispositivi della Repubblica Popolare. I gestori di reti wireless rurali servono in genere da 50mila a 100mila abbonati in aree remote, fuori dalla portata delle grandi compagnie di telecomunicazioni come Verizon o At&T, e sono spesso gli unici fornitori regionali. Ad esempio, la SI Wireless, che ha 20mila clienti mobili nelle parti occidentali del Kentucky e del Tennessee, ha rivelato che la maggior parte della sua rete utilizza apparecchiature Huawei. Viaero, che serve 110mila clienti in tutto il Colorado orientale, Kansas occidentale, Nebraska e parti del Wyoming e del Sud Dakota, ha detto che circa l’80% delle proprie apparecchiature di rete sono state fabbricate dall’azienda fondata da Ren Zhengfei. Anche per questo Donald Trump è corso ai ripari, ma il dibattito prosegue.

L’INTERVENTO AMERICANO

Ci si aspetta, evidenzia Reuters, che i colloqui continueranno fino a quando il Congresso degli Stati Uniti non approverà l’erogazione di sussidi per circa 700 milioni di dollari per agevolare la transizione a nuove tecnologie da parte degli operatori rurali. Tutti i partecipanti alle gare stanno elaborando un modo per abbattere il prezzo delle componenti anche a fronte di economie di scala non favorevoli, per renderle alla portata delle aziende più piccole. Ericsonn e Nokia sono i principali candidati per questo passaggio (anche se ancora non è chiaro quante e quali apparecchiature debbano essere sostituite.


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