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Chernobyl diventa un business. A ruba sul web i cimeli di quella tragica notte

In un mondo dove ormai è tutto in vendita e dove il collezionismo e la nostalgia tocca vette patologiche, mancava solo la caccia ai residui della centrale nucleare di Chernobyl, teatro del disastro del 1986. Sul web ci sono oggetti in vendita per tutti i gusti dalla semplice medaglia-patacca ai blocchi di grafite che costituivano il nucleo di quel maledetto reattore Rbmk-1000. A onor del vero, l’oggetto in questione, non era in uso nel reattore esploso, ma in un laboratorio vicino. Il suo acquisto, quindi, non implicherebbe un rischio per la salute o, peggio ancora, la circolazione di materiale radioattivo. Un ruolo chiave nell’alimentare questo business è stato giocato dall’omonima serie targata Hbo, che ha fatto il pieno di pubblico e di critica e che però, come effetto collaterale ha scatenato i desideri di nostalgici, di che cosa abbiamo paura solo a pensarlo, mitomani, o semplicemente collezionisti che vogliono portarsi a casa quello che per loro è un pezzo di storia.

Su internet ci sono circa 500 tipi di oggetti diversi legati alla tragedia di Chernobyl. I prezzi variano da 10 dollari fino a 2800, tanto è il costo del blocco di grafite, andato a ruba nel giro di poche ore, con l’acquirente che probabilmente non si è nemmeno chiesto se possa essere ancora pericoloso o meno. C’è poi chi di questo business se ne approfitta e qui si individuano due categorie: quelli che fanno scorta di cimeli per rivenderli all’estero al doppio, se non il triplo, e quelli che mettono sul mercato delle evidenti patacche per soddisfare i desideri dei più originali (per usare un eufemismo) disposti a spendere, ma che non capiscono molto bene cosa stiano comprando.

Di medaglie date a chi, negli anni successivi al 1986, aiutò a bonificare il terreno attorno alla centrale nucleare, ne sono state assegnate circa 600 mila. Se fino a pochi mesi fa, gli acquisti erano sporadici, adesso la domanda è alle stelle. Con l’inevitabile proliferare di fake e di oggetti proposti in sostituzione allo stesso prezzo o di poco superiore. Per i più addentro agli aspetti tecnici del disastro nucleare, al prezzo base di 50 dollari, ci sono in palio di dosimetri usati quella tragica notte per rilevare la quantità di materiale radioattivo. Se si conta che la maggior parte non funzionò nemmeno la notte della tragedia, difficilmente potranno tornare utili in qualche modo. Per chi non se la sente di spendere tanto oppure ha già trovato i pezzi esauriti, per appena 2 dollari, può portare a casa uno dei fogli (non compilati) dove i medici annotavano le esposizioni al materiale radioattivo di soldati, pompieri e soccorritori.

Altro grande must che va a ruba sono le maschere antigas, che però quella tragica notte furono usate troppo poco e troppo tardi e che sono richiestissime nonostante alcuna, dalle foto postate sul web, sembrino praticamente nuove. Ma in un mondo dove ormai tutto è finzione, si può sempre raccontare che sia un ricordo di quel disastro, del quale si vuole avere tutto, senza magari non sapere niente.

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