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Conte, attento al cane. Meglio il gabbiano Jonathan

Non è per un pregiudizio asettico verso il quadrupede in questione, che appare anche simpatico e carino. Nè per il precedente di Mario Monti, il cui spin doctor super pagato e super fallace decise per una presenza in tv dalla Bignardi con un cane in braccio (inopportuno come il cacio sugli scampi, visto lo stile loden dell’allora premier).

Ma la foto che ritrae il premier Giuseppe Conte intento a rilassarsi con i suoi cani in attesa di una settimana pesante merita qualche riga, anche per allentare la tensione che presumibilmente, manovrina o meno, sarà davvero alta nei prossimi giorni, complice l’isolamento italiano in Europa.

Ecco, più che stare al livello del terreno, a questo Paese servirebbe volare alto come il gabbiano Jonathan. Volare lì da dove si può osservare il tutto da una visuale ampia e ariosa, senza perdersi nei mille cunicoli dei piani inferiori, senza smarrirsi nei labirinti da bassa cucina dove il Minotauro dell’impasse è ben in agguato.

Il puzzle esterno europeo e quello interno della maggioranza non si risolve con gli arroccamenti tanto cari a chi gioca a scacchi, ma con la mentalità di quel gabbiano che va ad esplorare, che vede come va il mondo per poi organizzare il proprio orticello a casa, che si libra nell’aria e non cola a picco come una cassa di zavorra.

Il nodo non è solo rappresentato dai numeri difficili, da un Paese svogliato che non ha capito davvero dove sta andando e dove invece sarebbe dovuto andare già da tempo. Ma da quell’eterna e atavica mentalità del male minore da dover scegliere finanche con entusiasmo e convinzione. Mentre invece la meta è altrove: nelle ali di un gabbiano, che si dispiegano per alzarsi in volo.

Impaginato Quotidiano

 



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