Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Dalle parole ai fatti. Da Cipro mandato di cattura per la nave turca

Erdogan contro tutti. Non solo spinge ancora sul gas, con la reazione di Cipro che spicca un mandato di cattura per l’equipaggio della nave Fatih, ma minaccia direttamente gli Usa sull’accordo per la fornitura degli F-35 e del sistema russo S-400. Di fatto mette la Turchia in una posizione di assoluta spigolosità, anche in contrasto con il diritto internazionale, nella consapevolezza che continuando su questa traccia si potrebbe avvicinare sempre più il punto di non ritorno (diplomatico e non).

QUI CIPRO

Spalleggiata dall’ombrello protettivo di Bruxelles e Washington, Nicosia reagisce alla provocazione turca della nave pronta a perforare illegalmente nella Zona economica esclusiva. E spicca un mandato di cattura per l’equipaggio della nave Fatih. Non fare questa mossa, dopo le condanne alla condotta di Ankara pronunciate da Ledy Pesc e da molti stati membri (e anche da esterni come l’Egitto) sarebbe stato un autogol, dicono molti analisti. Anche perché nel frattempo Erdogan annuncia un altro sconfinamento: la nave gemella della Fatih potrebbe spingersi in acque greche, al largo dell’isola di Kastellorizo, a caccia di gas ma compiendo un’altra mossa contro trattati e leggi internazionali.

FATIH

Al momento la nave Fatih continua a trovarsi a 36 miglia nautiche a ovest di Cipro, ma non si sa ancora se abbia proceduto o meno a trivellare. La Turchia ha annunciato che invierà nel medesimo quadrante anche la sua seconda perforatrice, la Yavuz, che si trasferirà nella baia a sud di Karpasia. I servizi ciprioti non escludono che una delle due navi possa virare anche a sud e sempre all’interno della Zona economica esclusiva, precisamente nei blocchi 8 e 9. È del tutto evidente che le navi turche potrebbero “pestarsi i piedi” con quelle delle compagnie che legittimamente si sono aggiudicate le licenze per le esplorazioni, con altissimi rischi di incidenti, senza contare che il tutto rappresenta un precedente.

DURA LEX SED LEX

È utile ricordare che in punta di diritto la legge nazionale cipriota, aderente al quadro normativo europeo, prevede che la partecipazione diretta o indiretta di qualsiasi società senza il consenso esplicito del governo della Repubblica di Cipro costituisca un grave reato penale, con sanzioni superiori a un milione di euro oltre a cinque anni di reclusione. Anche gli amministratori delegati e gli altri funzionari delle società che commettono un reato sono perseguibili penalmente e, ai sensi del codice penale, chiunque sia coinvolto nel commettere un reato è anche penalmente responsabile.

Inoltre, in base al Trattato di Montego Bay, lo pseudo-stato come è la Repubblica turca di Cipro nord autoproclamatasi e non riconosciuta dall’Onu perché figlia di un’invasione armata, non può avere gli stessi diritti di Cipro stato membro Ue, né esiste una base legale per condurre trivellazioni in relazione alle risorse naturali di Cipro.

QUI ANKARA

Una mossa, quella cipriota, che non sarebbe potuta che essere questa e portata avanti nel perimetro del diritto internazionale, a maggior ragione se incorniciata nel momento di altissima tensione tra Turchia e Usa. Il ministro degli esteri turco minaccia apertamente Washington che sul caso armamenti ci “saranno conseguenze”. Secondo Mevlut Cavosuglu la Turchia reagirà se gli Stati Uniti imporranno sanzioni a Ankara per la sua decisione di procedere con l’acquisto del russo S-400, assicurando tutti i players internazionali che la Turchia non “tornerà indietro” sull’accordo con la Russia per il sistema S-400.

“Un paese non può dare a qualcun altro istruzioni su come agire – ha detto all’emittente televisiva Ntv – Gli Stati Uniti dovrebbero abbandonare questo comportamento. Tutti sono preoccupati per questo. Quanto a lungo si può tirare? Se gli Stati Uniti agiranno contro di noi, allora dovremo fare simili passi”.

QUI USA

La Turchia ha ripetutamente rifiutato di adeguarsi alle richieste statunitensi, insistendo sul fatto che il mercato degli armamenti è una questione di diritti sovrani e ha escluso la possibilità di annullare l’accordo. Nel dicembre 2017 Mosca e Ankara avevano firmato un accordo per la consegna del sistema di difesa aerea S-400. Ma non è tutto, perché i dettagli di questa strategia evidentemente concordata da Erdogan con i suoi partners, sarà anche al centro dell’incontro con Vladimir Putin il prossimo 28 giugno a margine del G20 a Osaka, in Giappone. Nelle stesse ore, fa sapere il portavoce di Erdogan, Ibrahim Kalin, Erdogan avrà anche un incontro bilaterale con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

A TUTTO GAS

“Abbiamo suggerito in vari casi la necessità di cooperazione in materia di energia e l’istituzione di una commissione mista. Sfortunatamente, i greco-ciprioti hanno rifiutato la nostra offerta e hanno proceduto con le loro azioni unilaterali”. Questa l’accusa di Mustafà Akinci, dall’aprile 2015 Presidente di Cipro del Nord, in occasione di un incontro con Erdogan. L’obiettivo dichiarato è incunearsi nella partita per il gas. Ma attenzione, perché stavolta e dopo le provocazioni turche condite dal clamoroso gesto delle navi perforarici, le Nazioni Unite potrebbero pesarle come sconvenienti in occasione della prossima relazione del palazzo di vetro sul caso Cipro, attesa per il 10 luglio.

È la ragione per cui il rappresentante speciale delle Nazioni Unite a Cipro, Elizabeth Spehar, terrà nelle prossime settimane una serie di incontri con funzionari di entrambe la parti per discutere l’attuazione della risoluzione 2453 del Consiglio di sicurezza.

twitter@FDepalo

 

×

Iscriviti alla newsletter