Diverse novità, tante conferme e qualche escluso. È la sintesi del nuovo Documento programmatico pluriennale (2019-2021) del ministero della Difesa, il dicastero guidato da Elisabetta Trenta. Dopo le indiscrezioni arrivate da Rid sul Camm-Er e le anticipazioni di Formiche.net sul piano per raggiungere il 2% in ambito Nato, i punti salienti del Dpp (che abbiamo potuto visionare in anteprima) riguardano soprattutto i programmi che sono rientrati nella copertura finanziaria.
LE NOVITÀ PER CAMM-ER ED ELICOTTERI
Tra le novità più rilevanti c’è senza dubbio il Camm-Er, il sistema di difesa missilistica terra-aria che lo scorso anno era stato posto al di fuori dei programmi coperti da finanziamenti, generando disappunto e preoccupazione per il rischio di restare senza copertura dalle minacce dal cielo nel giro di pochi anni. Per il 2019 si prevede un onere da 1 milione, per arrivare a 95 nel 2024, coprendo così la Fase 1 del programma per lo sviluppo del missile e la sua integrazione nella difesa nazionale. Sempre sul fronte missilistico, 8 milioni sono indicati quest’anno per il missile anti-nave pesante destinato alla Marina, il Teseo Mk2/E (Evolved). C’è poi il Light Utility Helicopter (Luh), con un investimento da 8,2 milioni per quest’anno (382 nel complesso fino al 2026), per rinnovare la flotta di elicotteri di supporto al combattimento. Le nuove macchine serviranno anche “per esigenze addestrative della Difesa nonché per il supporto a carattere generale delle Forze armate nel campo della pubblica utilità e della tutela ambientale”.
TRA SPAZIO…
In ambito spaziale, ci sono i piani di spesa per altri due satelliti della seconda generazione di Cosmo-SkyMed, il sistema duale per l’osservazione della Terra. I primi due satelliti (che si aggiungeranno ai quattro della prima generazione) dovrebbero partire entro l’anno e sono già stati finanziati. Ora, per completare la costellazione entro il 2022 sono previste altre risorse (derivanti dal bilancio del Mise, e rientranti nel recente sblocco annunciato dal dicastero per 7,2 miliardi), di cui 52 milioni quest’anno (su 212 totali). Inoltre, quasi 7 milioni sono previsti nel 2019 per il programma dal complesso nome di “Multinational Space-based on Imaging System – Common interoperability layer”, rientrante nel più ampio Piano spaziale della difesa. Si tratta del progetto, frutto dell’accordo con Parigi, per garantire a Italia e Francia l’accesso alle risorse del sistema di osservazione della Terra dell’altro Paese: Cosmo-SkyMed di seconda generazione per i transalpini, Composante Spatiale Optique per gli italiani. Servirà per questo lo sviluppo di un’interfaccia, il Cil, con un costo di 18,4 milioni in tre anni.
…E TERRA
Novità anche sul fronte terrestre, con 4 milioni per il 2019 destinati al mantenimento dell’operatività e delle condizioni di sicurezza del carro Ariete, su un totale di 297 milioni fino al 2027 per un programma che riguarda 125 mezzi in dotazione all’Esercito. C’è anche 1 milione per la seconda versione del veicolo leggero multiruolo Lince, il più usato nelle missioni internazionali, su cui l’ad di Iveco Defence Vehicles Claudio Catalano criticava recentemente in commissione a Montecitorio l’assenza di contratti di produzione, nonostante la disponibilità “di un veicolo più proteggo e avanzato per i nostri militari”. Il programma punta ad acquistare 398 mezzi, con un impegno iniziale di quasi 250 milioni su 15 anni, “a fronte di un fabbisogno complessivo pari a 558 milioni di euro”. Da segnalare, tra le novità, ci sono anche i 5 milioni di euro (62,4 milioni in sei anni) previsti “per sostenere gli impegni assunti in ambito Unione europea”: Pesco, Programma di sviluppo industriale (Edidp) e Fondo europeo di Difesa (Edf).
LE CONFERME
Tra i programmi “operanti” si confermano gli impegni per gli elicotteri NH90, per gli addestratori M-345 e M-346 e per il veicolo blindati Centauro 2 (su cui si attendono nuovi contratti). Conferme anche per lo sviluppo del programma congiunto con la Francia per le Fregate europee multi-missione, a cui vengono destinati per quest’anno 379 milioni di euro. Per gli F-35 vengono confermati gli impegni di spesa con una leggera rimodulazione che, considerando il biennio, è al rialzo. Nel precedente Dpp, infatti, si prevedevano per quest’anno 766 milioni, ora invece ce ne sono 690. Per il 2020, le previsioni dello scorso anno parlavano di una spesa di 783 milioni, che ora salgono a 895. Ciò dipende, si legge, da “una rimodulazione delle risorse assegnate al programma per esigenze d’impegnabilità contrattuale”. In ogni caso, i numeri sono quelli già illustrati a palazzo Madama dal ministro Trenta: acquisizione di complessivi 28 velivoli (“22 a decollo convenzionale, 6 a decollo corto e atterraggio verticale, gli ultimi dei quali in consegna negli anni 2022-2023”) nella Fase 1, quella della produzione a basso rateo che dovrebbe terminare l’anno prossimo.
SENZA COPERTURE
Infine, c’è la categoria della “programmazione priva di finanziamento”. Si tratta di programmi “che la Difesa intende avviare”, ma che non dispongono di copertura finanziaria. Tra questi, c’è la cura dell’obsolescenza, il potenziamento e l’aggiornamento per i velivoli tanker KC-767 e da trasporto C-27J e C-130J. Ci sono anche la prosecuzione del programma relativo all’acquisizione del sistema missilistico Marte Er, nonché i progetti relativi alla partecipazione ai grandi programmi che si stanno muovendo nel Vecchio continente: “lo sviluppo di un nuovo caccia europeo di sesta generazione per la difesa aerea nazionale” e il “rinnovamento della componente corazzata dell’Esercito attraverso lo sviluppo di un nuovo carro armato europeo”. Risultano privi di copertura finanziaria, tra gli altri, anche l’ammodernamento e rinnovamento della flotta di droni della categoria Male (Minimum altitude long endurance), e la realizzazione di una piattaforma stratosferica con compiti di sorveglianza.
LA SPESA COMPLESSIVA
Per quanto riguarda il budget, la dotazione complessiva della Difesa per l’anno in corso ammonta a 21,4 miliardi, pari a circa l’1,21% del Pil. Leggeri aumenti sono previsti per i prossimi due anni, con 21,9 miliardi nel 2020 e quasi 22 miliardi nel 2021. Numeri cresciuti rispetto alla previsioni contenute nel precedente Dpp, che prevedevano per l’anno prossimo addirittura un calo che sarebbe stato in controtendenza rispetto a tutti gli altri maggiori Paesi europei (per non parlare di Cina e Stati Uniti). A risaltare è tuttavia il perdurante sbilanciamento della spesa. Del budget complessivo, infatti, meno di 14 miliardi vanno alla funzione Difesa, e di questi il 74% è destinato al Personale. Alle voci Esercizio e Investimento, da cui dipende l’ammodernamento dello strumento militare, arriva rispettivamente il 12,5% e il 13,4%.