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Diplomazia digitale e non solo. Che cosa farà il nuovo ufficio cyber del Dipartimento di Stato

Il Dipartimento di Stato americano è pronto a creare il Bureau of Cyberspace Securities and Emerging Technologies (Cset), un nuovo ufficio che si occupi di cyber spazio e tecnologie emergenti.

GLI OBIETTIVI

Si tratta di un progetto –  scrive Cyberscoop che ha ottenuto un documento ufficiale – finalizzato a “guidare gli sforzi diplomatici del governo americano a protezione del cyber spazio e delle proprie tecnologie, a ridurre la probabilità di conflitto informatico e a consentire agli Stati Uniti di prevalere nella concorrenza informatica strategica“, in questo momento particolarmente accesa soprattutto con la Cina.

IL NUOVO UFFICIO

La proposta del nuovo ufficio richiederà un budget di quasi trenta milioni di dollari. In base alla proposta di Foggy Bottom, il Cset dovrebbe contare su uno staff di circa 80 persone ed essere guidato da un coordinatore confermato dal Senato e da un “ambasciatore”. Quest’ultimo avrebbe uno status equivalente a quello di un vice segretario di Stato, e dovrebbe riferire al sottosegretario competente tutto ciò che di rilevante concerne il controllo degli armamenti e la sicurezza internazionale.

LE FUNZIONI

Il Cset “unificherà le funzioni politiche e allineerà le responsabilità di sicurezza nazionale – legate alla sicurezza informatica e alle tecnologie emergenti – agli sforzi sul piano internazionale del dipartimento”, afferma il documento ufficiale presentato dal Dipartimento di Stato alla commissione Affari esteri della Camera, e “promuoverà la capacità tecnica a lungo termine del dipartimento in queste aree”. Il nuovo piano del Dipartimento richiede che l’attuale Ufficio degli affari economici accresca la propria attenzione sull’economia digitale, la governance globale di internet e le questioni relative alla privacy. Alcuni ex funzionari, come Christopher Painter, ex coordinatore per la sicurezza informatica del Dipartimento di Stato, credono però che questioni come la governance di Internet dovrebbero essere incluse nel mandato del nuovo ufficio, piuttosto che essere tenute separate.

LA DIPLOMAZIA USA E IL CYBER SPAZIO

L’idea di questo bureau nasce quasi due anni dopo che l’allora segretario di Stato Rex Tillerson aveva annunciato di voler abolire la posizione di coordinatore della sicurezza informatica, proponendo al suo posto un ufficio per il cyber spazio e l’economia digitale. Da quando Tillerson (oggi il segretario è Mike Pompeo) ha soppresso l’ufficio precedente, Robert Strayer è stato uno dei più attivi diplomatici nel settore cibernetico del Paese.

IL DIBATTITO

Tuttavia il piano di Foggy Bottom prevede un focus sulla cyber security, che ora i parlamentari statunitensi vorrebbe allargare.
Per democratico Eliot Engel, presidente della commissione Affari esteri della Camera, sentito da The Hill, il parlamento e esperti esterni avrebbero invece consigliato al dipartimento di elevare la mission dell’ufficio prevedendo il coinvolgimento degli interessi economici e della libertà di internet, insieme ai temi più strettamente legati alla sicurezza.

IMPEGNO SU PIÙ FRONTI

Questi concetti erano stati inseriti nel Cyber Diplomacy Act, che chiedeva di creare un ufficio diplomatico presso il Dipartimento di Stato, questa nuova proposta andrà ad aggiungere una nuova competenza al Dipartimenti, di tipo strettamente legale e di sicurezza. L’act richiedeva, infatti, l’apertura di un Office of International Cyberspace Policy, il cui obiettivo primario sarebbe dovuto essere proprio quello di difendere i principi democratici nel cyber spazio e respingere le offensive esterne sponsorizzate da altri Stati, Cina e Russia su tutti. Tale versione specificava che il capo del nuovo ufficio dovesse essere designato come assistente segretario di Stato, e chiedeva al Dipartimento la creazione di un’area dedicata all’economia digitale.
La notifica di Foggy Bottom spiega invece che l’ufficio Cset “consoliderà le risorse incentrate sulla sicurezza del cyber spazio e gli aspetti legati alla sicurezza delle tecnologie emergenti”, concentrandosi anche “aspetti della privacy”. Il dibattito prosegue.

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