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È Salvini il Trump europeo? Lo scrive il Washington Post

Matteo Salvini è quanto di più vicino ci sia, in Europa, a Donald Trump. A dirlo è il Washington Post, più antico e diffuso quotidiano di Washington, che in un articolo firmato da Chico Harlan ha passato in rassegna similitudini e distanze tra il leader della Lega – in procinto di partire per gli Usa – e il presidente degli Stati Uniti.

“Salvini – ha osservato il giornalista – tiene raduni itineranti e parla di mettere l’Italia al primo posto. Si scaglia contro i confini aperti e i liberali dal cuore sanguinante. È un frenetico utente dei social media che mette in luce casi di criminalità commessi da immigrati per mostrare come il Paese sia minacciato. Ultimamente, Salvini ha anche parlato delle sue proposte di riduzione delle tasse come una ‘cura’ Trump-like per la stagnazione“. Insomma, secondo il giornalista del Washington Post per Salvini “il modo migliore per avere relazioni dignitose con l’amministrazione di Trump è quello di essere un po’ come il presidente stesso”.

Il leader leghista, che dopo le elezioni europee ha consolidato la sua forza politica come la principale del Paese, vanta similitudini personali e politiche con il presidente Usa – si è mostrato, ricorda il giornalista, “in piedi davanti a una libreria con un berretto da ballo “Make America Great Again” così come una fotografia del presidente russo Vladimir Putin” -, ma non si può dire sia il suo clone politico. Salvini, infatti, guida la Lega da prima che Donald Trump arrivasse alla Casa Bianca, e cerca un dialogo con la Russia di Putin da molti anni (da non dimenticare la posizione della Lega sulle sanzioni europee alla Russia).

Le ragioni profonde della visita di Salvini, secondo le indiscrezioni raccolte dal WP, sono da una parte mostrare che la Lega non è subalterna alla Russia, dall’altra accreditarsi come interlocutore privilegiato in Europa con il governo Usa, almeno finché Trump guiderà il Paese. “La Lega – ha ricordato Stefano Graziosi su Formiche.net – sta cercando di rafforzare le relazioni con entrambi i fronti (Usa e Russia), scommettendo non poco sulla possibilità di una più generale distensione tra Washington e Mosca”.

Gli Usa, come l’Italia, si sono concentrati nella costruzione di relazioni privilegiate con i leader populisti europei e non solo, il che allinea il pensiero di Trump e Salvini, nonostante le possibili difficoltà che il leader italiano potrebbe incontrare nel viaggio negli Usa (spesa per la difesa nell’ambito della Nato, avvicinamento a Pechino).

Tuttavia, osserva Giampiero Massolo al WP, Salvini è un politico “pragmatico” che sa che “l’Italia deve mostrare il suo valore aggiunto per affrontare questa amministrazione“. Sia Trump che Salvini, osserva il diplomatico, non sono preoccupati delle alleanze permanenti. “Questi sono tempi di alleanze più occasionali, basate sugli interessi. Non alleanze per il bene delle alleanze. Si devono perseguire interessi comuni – e questi interessi comuni potrebbero non durare”.

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