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La diplomazia dell’F35. Il caso dell’esercitazione Usa, UK e Israele

La F-35 diplomacy in tutta la sua forza ha portato Regno Unito e Israele vicini come mai prima. Un passaggio politico-strategico catalizzato dagli Stati Uniti e solidificato in un’esercitazione congiunta di pochi giorni fa, in cui i velivoli di Lockheed Martin hanno lavorato in modo integrato come fossero della stessa aviazione, nonostante  le insegne dei tre paesi sulle ali. Lo spin sull’evento, messo direttamente dal portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale americano su Twitter, prende le mosse da un pezzo del Times of Israel che raccontava le manovre militari. Allineamenti importanti per tutti, perché danno rinnovata spinta e continuità a relazioni solide, soprattutto a Londra in tempi di Brexit.

L’ESERCITAZIONE

L’hanno chiamata “Tri-Lightning” riprendendo la designazione gergale dei velivoli, “Lightning”. È stata la prima volta che la RAF ha ufficializzato un’esercitazione con Israele; e a settembre le unità terrestri israeliane parteciperanno (sempre per la prima volta) in Inghilterra all’annuale Combat Warrior. Le attività dei giorni scorsi hanno incluso l’utilizzo di altri assetti aerei in missioni simulate sia di giorno che di notte, dove lo scenario è stato quello di combattimenti simultanei nella Striscia di Gaza, in Siria e in Libano, prevedendo sistemi di difesa terra-aria russa S-300 e S-400, un fronte interno sotto massicci attacchi missilistici, e ostacoli come piste danneggiate e centri di comunicazione disabilitati. Il quadro è chiaro, l’occhio non distante dalla crisi con l’Iran, ma anche rivolto verso Mosca. Nei giorni dell’esercitazione era in corso la trilaterale tra Israele, Usa e Russia, ma l’intelligence israeliana non ha fatto a meno di diffondere ai siti vicini indiscrezioni su attacchi cyber subiti dai sistemi Gps di alcuni aeroporti del paese di cui i responsabili sarebbero i russi.

IL MEDITERRANEO, L’AREA CHIAVE

Il wargame si è svolto sopra un tratto di Mediterraneo che è diventato il cuore nevralgico del bacino, l’EastMed, centro di dinamiche geopolitiche collegate a reservoir energetici anche di proprietà israeliana – su cui Washington ha un interesse preferenziale e Mosca ha allungato l’occhio usando come sponda le installazioni sulla costa siriana di fronte. A conferma del quadro da leggere tra le righe di questa diplomazia degli armamenti: martedì, nei giorni delle esercitazioni, un F-35S della Royal Air Force è decollato dalla base inglese di Akrotiri, nel sudovest di Cipro, per compiere la prima missione operativa su Siria e Iraq. È stato un raid mirato nell’ambito di quelle che la Coalizione internazionale contro lo Stato islamico conduce ancora, nonostante la caduta statuale del Califfato, ed è significativa la partenza dal territorio inglese su suolo cipriota, dato che l’isola fa parte dell’allineamento strategico-geopolitico con Israele, Grecia e Stati Uniti in cui Londra non può non integrarsi. Tant’è che alla base di Akrotiri, per celebrare la missione, era presente anche la segretaria alla Difesa inglese con triplice funzione: festeggiare l’entrata in missione degli F-35, rafforzare le relazioni, confermare la presenza inglese.

IL RUOLO TECNICO DEGLI ISRAELIANI

Lavorare con gli israeliani permette la sovrapposizione degli aspetti geopolitici e diplomatici a quelli tecnici. Loro erano già stati i primi a ricevere un F-35 dagli Stati Uniti nel 2016 e ad averne sviluppato l’operabilità già nel 2017 – poi, nel 2018, sono stati di nuovo i primi a farli entrare nelle rotazioni delle missioni operative. Su questo, Usa e Regno Unito possono prendere informazioni per le proprie implementazioni. Gli F-35 della IAF erano stati usati per colpire dai cieli sopra al confine col Libano gli scambi di armamenti tra Hezbollah e Pasdaran in Siria, due super nemici dello stato ebraico. Si ricorderà che uno degli F-35 israeliani è stato protagonista di una foto (discussa) in cui è stato ripreso sopra a Beirut: era un messaggio mandato da Israele al Partito di Dio libanese, in cui si mostravano i muscoli degli F-35 (le capacità tecniche di penetrare le linee nemiche in modalità stealth) e si mandava un avviso agli Hezobllah che stanno influenzando sempre più profondamente la politica del Libano. L’allineamento Tri-Lightning ha anche una funzione analoga, sia sul Mediterraneo sia sull’Iran (dove Londra è l’alleato occidentale più convinto nella postura aggressiva contro Teheran, vista come un nemico esistenziale da Israele).

(Foto: Twitter, @IDF)

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