Se vogliamo contare di più a Bruxelles e riacquisire davvero “sovranità”, non possiamo chiuderci dentro i confini nazionali. Queste le parole dell’ex sottosegretario di Stato agli Affari europei per il Pd, Sandro Gozi, intervistato da Formiche.net al Centro studi americani di Roma a margine dell’evento “Colloqui sulla democrazia”.
COSA È IL SOVRANISMO
Attribuire il ritorno dei nazionalismi esclusivamente alla “crisi” della globalizzazione sarebbe un grave errore, ma non rendersi conto del fil rouge che li lega costituirebbe un errore ancora più grande. Eventi con portata globale spesso portano in seno delle controreazioni regionali, poiché fenomeni di questo tipo non possono che generare vinti e vincitori. “Certamente il neo-nazionalismo è figlio della globalizzazione. Questo è il frutto di un aumento delle disuguaglianze e della paura della perdita della propria identità, soprattutto, da parte delle classi e dei lavoratori che ne sono usciti sconfitti”. Anche se nella storia contemporanea abbiamo più volte assistito a fenomeni politici di questo tipo, ciò a cui stiamo assistendo “non ha nulla a che fare con i nazionalismi dell’ottocento, non punta a costituire un nuovo modello di società, non punta a costruire una nazione o una comunità politica”, ma al contrario “vuole solo lavorare sugli estremi e si afferma esclusivamente agli estremi, cercando di scatenare e sfruttare la rabbia che deriva dagli sconfitti della globalizzazione”.
E COSA È LA SOVRANITÀ
Secondo l’ex sottosegretario agli Affari Europei, il concetto di sovranità non sarebbe strettamente legato, né tantomeno limitato, al confine nazionale, in quanto si potrebbe esercitare anche attraverso strumenti transnazionali. “Sovranità vera vuol dire avere il controllo – ha detto Gozi a Formiche.net – noi possiamo riprendere il controllo non chiudendoci dentro dei confini nazionali, o attraverso politiche nazionalistiche, possiamo riprendere il controllo solamente costruendo un’Europa della sicurezza”. Dunque, la soluzione per noi europei “è di costruire un’identità transnazionale, poiché questo è l’unico modo di riprendere il controllo”. Nel presente contesto geopolitico, i singoli Stati sono costretti ad affrontare sfide e dinamiche quanto mai complesse, trovandosi spesso sprovvisti degli strumenti necessari per affrontarle. Problemi come il cambiamento climatico, il terrorismo di matrice jihadista, la criminalità internazionale e la gestione dei flussi migratori possono essere approcciati solo attraverso un’azione comune, implementando a livello europeo “politiche contro il cambiamento climatico, costruendo un governo dell’immigrazione, costruendo un governo digitale”. Per tutte queste ragioni, Gozi non ha dubbi “gli europeisti sono i veri sovranisti”
IL PESO NEL PARLAMENTO UE
E certamente i recenti risultati delle elezioni europee avranno un impatto importante sui prossimi anni dell’Unione. Infatti, l’elezione del presidente della Commissione europea, uno dei primi compiti che spetta al Parlamento, dirà molto sulla direzione delle politiche Ue. “Da una parte non c’è stata l’ondata sovranista che ci aspettavamo – ha detto Gozi commentando i risultati delle elezioni del 26 maggio -, ma al contrario si è verificata un’ondata di rinnovamento. Ci sono due grandi forze politiche che escono vincitrici, la prima, che occupa uno spazio centrale, quella di En Marce di Emmanuel Macron e dei liberal democratici britannici e dall’altra quella dei Verdi”. E sono queste, secondo l’ex deputato dem, le prospettive future dell’Unione europea: “Adesso c’è la possibilità di dare una spinta importante, possiamo finalmente rilanciare l’Europa attorno a quelle che dovrebbero essere le priorità fondamentali, ovvero: il cambiamento climatico, il governo digitale, la questione della sicurezza e della crescita europea”.
IL CASO DI HONG KONG
LA democrazia, però, che sia liberale, non è da dare per scontata, come hanno dimostrato le proteste di Hong Kong. Migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro una proposta di legge che prevedeva la possibilità di estradizione in Cina, una protesta che ha causato duri scontri tra polizia e manifestanti. “Relativamente a quanto accade a Hong Kong, devo dire che qualche breccia nel muro dell’autoritarismo e del totalitarismo si sta muovendo e credo che questo vada seguito con molta attenzione” ha detto Gozi. Dunque, in questo particolare momento storico, servirebbe grande attenzione verso l’Asia, anche perché “la Cina esiste, è un grande attore e quindi è imprescindibile avere un rapporto e una strategia nei confronti di Pechino”. Cosa rischia l’Occidente con l’esportazione del modello cinese? “Risulta evidente che si rischia molto, rischia la democrazia” ha concluso Gozi, aggiungendo che “è chiaro che il modello cinese che coniuga crescita economica e autoritarismo, ma, come democrazie, non è nostro interesse che questo modello prevalga nel mondo”.