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Vertice senza una linea, Salvini e Tria dicono cose diverse

VERTICE INTERLOCUTORIO

La terminologia “gruppi di lavoro” ricorda tanto “tavoli di concertazione”. Fa decisamente poco governo del cambiamento. È la sintesi del vertice economico che si è svolto questa mattina a Palazzo Chigi. Ufficialmente, i commenti sono positivi. Nella realtà si è consumato uno strappo e Salvini e Tria sono stati i primi a lasciare la riunione.

“Abbiamo fatto a Palazzo Chigi una riunione economica interessante e molto utile”, dichiara Matteo Salvini che aggiunge: “Abbiamo cominciato un percorso su alcune voci: export, investimenti, edilizia che è importante perché se riparte l’edilizia, riparte il Paese. Ci sono troppe poche gru e se un paese riparte si vede dalle gru”.

E insiste sulla linea da tenere a Bruxelles:  “Cercheremo il dialogo con l’Europa, ma questa volta lo faremo da pari a pari. Gli italiani mandano 6 miliardi all’Europa ogni anno e questa volta chiederemo di poter abbassare le tasse: più sono basse le tasse, più la gente compra e più investe e più il debito si abbassa. Una commissione vecchia, delegittimata dal voto della settimana scorsa non può prendere decisioni o imporre sanzioni a governi e popoli che vogliono semplicemente fare quello che è giusto”. Insomma nessuna retromarcia.

Sulla stessa linea c’è il M5S. Fonti del Movimento fanno sapere che “il vertice di governo a Palazzo Chigi è stato sereno e molto positivo: tanto lavoro da fare per gli italiani e per lo sviluppo del Paese, pensando sempre a famiglie e imprese”.

Vertice cui hanno partecipato il premier Giuseppe Conte, i vice Salvini e Di Maio, il ministro dell’Economia Tria, i viceministri all’Economia Massimo Garavaglia e Laura Castelli ed il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta Riccardo Fraccaro.

TRIA DECISAMENTE PIÙ CONCRETO

Nella realtà, di risposte al momento non ce ne sono state. Soprattutto alle pressioni dell’Europa dopo le dichiarazioni di ieri Juncker: “Non voglio umiliare l’Italia con dichiarazioni pubbliche ma si sta muovendo in una direzione sbagliata”. Anche se la Lega fa sapere che “si è discusso anche su come proseguire il dialogo con la Commissione europea sulla procedura d’infrazione con obiettivo di chiuderla in tempi brevi senza penalizzazioni per il nostro Paese”.

E si è consumato uno strappo cl ministro dell’Economia Giovanni Tria che ha chiesto a Salvini in che modo intendesse garantire le coperture alla flat tax. E’ finita con il vicepremier a fare una diretta facebook e Tria a mettere le cose in chiaro: “Dobbiamo arrivare assolutamente ad un compromesso” con l’Ue. “È interesse dell’Italia ma è interesse anche dell’Europa. Va evitato in tutti i modi” che si arrivi alla procedura di infrazione. E ancora: “il nostro debito è enorme, lo dobbiamo abbattere” per tranquillizzare i mercati.  Anche se è lo steso Tria a negare che si stia lavorando a una manovra correttiva.

Per gli ambienti della maggioranza si è trattata di una “riunione positiva e costruttiva” con la definizione di una serie di tavoli di lavoro operativi – anche qui terminologia della politica tradizionale – già dalla prossima settimana (spending review, tax expenditures, flat tax, privatizzazioni, cuneo fiscale, investimenti, export, sud) “per definire proposte concrete per il rilancio e lo sviluppo dell’economia anche alla luce dei segnali che arrivano dagli indicatori”.


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