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Platini e i Mondiali ridotti a mercato delle vacche

QATAR 2022

Michel Platini non è stato arrestato, è stato fermato dall’anticorruzione francese, per permettere agli inquirenti un interrogatorio alla presenza dello stesso (famosissimo) difensore dell’ex fuoriclasse della Juventus. Importante premessa, per togliere un po’ della patina scandalistica, che la notizia ha inevitabilmente portato con sé. Così come è opportuno ribadire che Platini non è stato condannato, ma risulta al più sotto indagine. Peraltro, non roba da poco, considerato che si ipotizzerebbe la corruzione personale.

Esaurite le necessarie premesse garantiste, per non perdere mai di vista la civiltà dello stato di diritto, restano tutti i dubbi su una lunga fase di gestione del mondo del pallone. Una lunga traversata del deserto, diremmo… Il culmine, il capolavoro, di questa discutibile ‘era’ è la controversa assegnazione al Qatar dei Mondiali del 2022. Una vicenda che ha già terremotato i vertici internazionali del movimento, portando ad una vera e propria rivoluzione, tutt’altro che incruenta. La fine del regno di Blatter alla Fifa, la Federazione internazionale del pallone uscita devastata dalla vicenda, la contemporanea conclusione dell’esperienza di Le Roi alla guida dell’Uefa, hanno segnato una svolta inevitabile, considerato l’intollerabile livello di corruttela raggiunto a tutti livelli.

OLTRE LE RESPONSABILITA’ PENALI

Al di là delle responsabilità penali sempre personali – di Blatter già molto si sa, per Platini è doveroso attendere – resta lo sfacelo a cui era arrivato il governo del calcio internazionale. Quando l’assegnazione di un Mondiale, torneo che non rappresenta solo la summa tecnica di questo sport, ma ormai un affare geopolitico colossale, si riduce a un imbarazzante mercato delle vacche, dove a vincere è il bovaro più ricco, si rischia di distruggere tutto. E ci sono andati proprio vicino. Del resto, con l’affare-Qatar e un torneo organizzato a temperature degne dell’originale Parigi-Dakar, si è sfidato in un colpo solo la logica, la storia e la passione popolare. Tutto per compiacere amici e amici degli amici, invariabilmente fra i più ricchi e spregiudicati.

Un gioco al massacro dello spirito sportivo, che è una responsabilità morale gigantesca, in capo ai per nulla rimpianti vecchi vertici del calcio. Michel Platini non ha avuto la forza, forse neppure la voglia, di opporsi a questo andazzo. Oggi, rivendica legittimamente la sua totale estraneità ai fatti contestati e punta l’indice contro più o meno imprecisati nemici. Una vecchia storia: quando i castelli vengono giù, restano solo gli stracci da lanciarsi addosso. Consiglierei indumenti adatti al caldo desertico.

 


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