L’ASSEMBLEA OGGI A ROMA
Il contratto nazionale di riferimento, che riguarda circa 37mila addetti, è scaduto lo scorso 31 dicembre, e il negoziato per il rinnovo del Ccnl in questione segna il passo. Lo hanno reso noto oggi gli stessi sindacati, attraverso l’assemblea nazionale della loro delegazione, impegnata al tavolo della trattativa, che si è riunita al Centro Congressi Cavour di Roma.
IL DISAPPUNTO DEI SINDACATI
Nel corso della riunione hanno preso la parola tanti delegati sindacali ed anche i loro segretari generali di categoria: Marco Falcinelli della Filctem-Cgil, Nora Garofalo della Femca- Cisl e Paolo Pirani della Uiltec-Uil. Proprio quest’ultimo è stato esplicito: “”Sul rinnovo del Ccnl dell’Energia e Petrolio siamo decisi ad andare fino in fondo con la controparte. La parte datoriale non può decidere di cambiare in itinere il modello contrattuale in una fase che non è neutra rispetto alla vertenza in questione. Pronti a mobilitarci contro”.
LA RICHIESTA ECONOMICA
Dal punto di vista delle richieste economiche, è bene ricordare che l’ipotesi di piattaforma rivendicativa, presentata il 7 novembre 2018, prevede un aumento salariale dei sindacati per il triennio dal primo gennaio 2019 al 31 dicembre 2021, pari a 150 euro. Per le organizzazioni sindacali si tratta di una richiesta in linea con quanto previsto dall’accordo interconfederale 9 marzo 2018,: insomma, conferma dei due livelli di contrattazione, quello nazionale e quello integrativo aziendale.
IL PACCHETTO DI 8 ORE DI SCIOPERO
Filctem- Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil hanno oggi denunciato di aver registrato un irrigidimento ingiustificato sulla determinazione degli aumenti salariali ed hanno annunciato la loro mobilitazione che significa lo stato di agitazione, la sospensione degli straordinari per tutto il settore e un pacchetto di 8 ore di sciopero. “I sindacati – si legge nel comunicato diffuso nel pomeriggio- hanno ritenuto grave ed inaccettabile il comportamento mantenuto dalle parti datoriali al tavolo della trattativa teso a protrarre ingiustificatamente la conclusione del rinnovo del contratto del settore, il mancato riconoscimento delle norme condivise e delle prassi consolidate previste dall’accordo interconfederale Cgil, Cisl, Uil con Confindustria del 9 marzo 2018”, e l’ulteriore disconoscimento “del modello contrattuale proprio del settore che ha contraddistinto il rinnovo precedente”. Per le organizzazioni guidate da Falcinelli, Garofalo e Pirani appare, inoltre, incomprensibile e ingiustificata la richiesta della controparte di procedere ad un’ulteriore verifica economica relativa al triennio precedente. Inoltre, il comportamento di Confindustria Energia risulta inaccettabile e non condivisibile anche alla luce dei positivi andamenti economici che già dal 2017 nel settore in questione stanno registrando e confermando la loro positività.
E’ evidente che se Confindustria Energia vorrà evitare lo sciopero, dovrà convocare i sindacati e riportare il negoziato sul percorso condiviso su cui era partito.