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ReStartApp, il progetto per aiutare le zone colpite dal terremoto del Centro Italia

Supportare le imprese di Lazio, Marche e Umbria che, dopo il terremoto del 2016, vogliono cogliere l’opportunità di reinventarsi e riposizionarsi sul mercato, rivitalizzando l’economia del territorio appenninico: è questa la “scommessa” lanciata dalla Fondazione Edoardo Garrone e da Legambiente con il progetto “ReStartApp per il Centro Italia”, che ha coinvolto nel 2018 oltre 30 aziende delle aree terremotate, soprattutto imprese agricole, agroalimentari, di allevamento, di artigianato e turistiche. Tra i risultati del progetto, dopo un anno e mezzo di incontri e formazione professionale, vi sono due “progetti di rete”: “Amatrice terra viva” nel Lazio e “Rizomi, terre fertili in rete”, nelle Marche. Amore per la terra, sostenibilità ambientale, tradizione e innovazione, sinergia, agricoltura di qualità e valorizzazione dei prodotti tipici, sono le idee chiave alla base di questi due progetti che guardano al futuro dell’Appennino e delle sue comunità.

RILANCIO DEI TERRITORI MONTANI

Dal 2014 ci occupiamo concretamente del rilancio dei territori montani – ha raccontato Alessandro Garrone, presidente della Fondazione Edoardo Garrone – attraverso lo sviluppo di nove economie e puntando sul talento dei giovani. Dal dialogo con Legambiente, che fin dall’inizio è stata operativa accanto alle imprese colpite dal sisma, abbiamo capito che la nostra esperienza poteva essere messa a servizio di qui giovani imprenditori che, nonostante le difficoltà e la grave discontinuità dei danni del terremoto, volevano continuare a dare vita all’economia della loro terra”.

CONTRASTARE LO SPOPOLAMENTO

I risultati del progetto presentati oggi a Roma vogliono essere un messaggio forte e chiaro: per contrastare lo spopolamento di questi territori occorre ridare impulso all’economia locale, sostenendo chi ci vive e ci lavora, scommettendo su produzioni agricole e agroalimentari tipiche e di qualità, sul turismo sostenibile e sulle bellezze paesaggistiche di questi territori. Se l’Italia è il Paese con la più grande ricchezza e varietà di prodotti agroalimentari, è anche grazie all’Appennino, che, secondo i dati contenuti nell’Atlante dell’Appennino, realizzato nel 2018 dalla Fondazione Symbola, fornisce un contributo con il 42% del totale nazionale: oltre 25 mila le aziende per un valore economico stimato in oltre 2 miliardi di euro.

COSA SERVE ORA

“A quasi tre anni dal sisma – ha ricordato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – sono ancora molte le difficoltà quotidiane che ogni giorno cittadini e imprenditori locali devo affrontare, anche a causa di una burocrazia lenta e macchinosa e di una ricostruzione che fatica a decollare. Quello che serve è un cambio di passo. Il progetto che abbiamo realizzato insieme alla Fondazione Garrone vuole contribuire  a dare una mano proprio in questa direzione, coinvolgendo l’imprenditoria locale e aiutando le imprese a fare sinergia e rete in una chiave sempre più sostenibile e innovativa”.

AMATRICE TERRA VIVA

Il primo progetto in rete, “Amatrice terra viva”, nasce nel 2018 su iniziativa di 12 imprenditori dell’area di Amatrice e Accumoli, con l’obiettivo di creare una filiera biologica “capace di valorizzare la cultura cerealicola locale attraverso la coltivazione di grani antichi”. Attraverso la rete, in una logica di ottimizzazione delle risorse e condivisione dei processi produttivi, l’obiettivo è la costituzione di un vero e proprio “biodistretto” e la creazione di un’etichetta riconoscibile che garantisca la qualità e la provenienza dei prodotti, oltre che la correttezza dei processi produttivi.

RIZONI, TERRE FERTILI IN RETE

“Rizoni, terre fertili in rete” coinvolge,  sul territorio marchigiano, sette imprenditori: 5 aziende agricole, un laboratorio di cosmesi e uno di trasformazione di erbe officinali.  Imprese sorte tutte dopo il 2013, di prima generazione con l’obiettivo principale di “un processo virtuoso che metta in comune conoscenze, informazioni, risorse, strumenti e prodotti” così da sgravare il carico di lavoro e di burocrazia di ogni singolo imprenditore, consentendogli di avere maggiore competitività sul mercato.


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