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Dalle salsicce ai videogame. In Russia si pensa ancora a Stalin

Stalin, il dittatore, che guidò l’Unione Sovietica dal 1922 al 1953 ed è responsabile della morte di almeno 30 milioni di persone, occupa ancora un posto tutto speciale nell’immaginario popolare, dove, se una parte pensa a lui con comprensibile e motivato disprezzo, l’altra lo vede ancora come l’uomo forte al comando, sottostimando, forse anche ignorando parzialmente, le atrocità di cui si è macchiato il suo regime. Sta di fatto che, in pochi giorni, l’ex dittatore è tornato agli onori delle cronache per due iniziative commerciali, una diversa dall’altra, ma che testimoniamo come il richiamo che desta ancora il suo nome sia ancora notevole e frutto di processi storici non banali.

La prima è quella di un’azienda alimentare che ha dedicato a Stalin niente meno che una linea di salsicce, anzi tre. Si chiameranno Il testamento di Stalin, Stalingrado e Soviet. Tutti nomi riferiti a un periodo storico e che si pensava (e sperava) archiviato e che invece torna anche a tavola e per di più accostato al kolbasa, le salsicce, appunto, uno degli alimenti più consumati dalla popolazione. Patriottismo e gastronomia, insomma, l’utilizzo del dittatore è legato a motivi di marketing solo fino a un certo punto. Il proprietario dell’azienda, infatti, è il segretario del partito comunista della repubblica di Mari, nella Russia europea, che è anche dove si trova la fabbrica. Ivan Kazankov, questo il suo nome, è un noto nostalgico del periodo staliniano. Nel 2015, fece erigere davanti allo stabilimento, una statua del dittatore alta tre metri, incurante di quanti parenti delle vittime delle sue purghe potessero vederla passando.

Ma il dittatore è pronto a fare sentire la sua presenza anche nel mondo virtuale, seppure in una veste inconsueta. La piattaforma Steam ha infatti annunciato a che ottobre verrà lanciato un videogame, chiamato Sesso con Stalin, che permetterà di simulare amplessi, ma anche strategie di guerra e piani per conquistare il mondo con il dittatore. Secondo i creatori del videogioco è un modo per avvicinare i giovani alla figura di Stalin e nel contempo farli divertire. Posto che forse che giovani generazioni andrebbero fatte avvicinare a ben altri modelli, in Russia c’è chi vorrebbe vietare il videogioco. È il caso di Maksim Surajkin, presidente del partito dei Comunisti di Russia, che ha definitivo l’iniziativa una “perversione totale”. “Qualsiasi cosa si pensi di Stalin – ha detto Surajkin – si è trattato di una figura importante nella storia nazionale che non può essere trattata così. Ci rivolgeremo alla procura”.

A sorpresa, Jakov Džugašvili, il nipote del defunto dittatore, ha detto di non trovare nulla di scandaloso nell’iniziativa. Certo, sarebbe interessante sapere cosa avrebbe pensato il diretto interessato. Ai suoi tempi si finiva in un gulag o davanti a un plotone di esecuzione per molto meno.


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