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Salvini contagia l’Islam. Nasce il sovranismo musulmano (Made in Italy)

“Un certo islam è incompatibile con la nostra società”, aveva messo in chiaro il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini. Ma forse la sua idea di sovranismo non è del tutto inconciliabile con l’islam.

SERBATOIO DI PENSIERI

Ed è per questo che nella comunità islamica italiana si è pensato di presentare un “movimento islamico sovranista”. La notizia è stata diffusa dal sito Daily muslim, il giornale dei musulmani in Italia, che anticipa il progetto.

Il movimento, che sarà presentato in maniera ufficiale nei prossimi mesi e ancora non ha un nome, non pretende essere una nuova organizzazione di rappresentanza dei musulmani in Italia, ma una sorta “di think tank (serbatoio di pensieri) a disposizione per le istituzioni italiane per le questioni tecniche per quanto riguarda le tematiche dell’Islam” nel Paese.

MEMBRI E PRINCIPI

Il movimento sarebbe composto “da italiani di fede musulmana di ispirazione ‘sovranista’” e avrebbe uno statuto con grande “attenzione sulle radici storiche e culturali italiane”. L’obiettivo è promuovere una maggiore comunicazione dell’Islam “autentico” e maggior conoscenza della cultura islamica.

La direzione sarebbe a carico dello storico Omar Camiletti, giornalista, da 25 anni convertito all’Islam, membro del Centro culturale islamico di Roma e già collaboratore della Lega Musulmana Mondiale, sezione Italia.

LETTERA APERTA PER SALVINI

Dal suo profilo Facebook si può leggere una lettera aperta inviata al vicepremier Matteo Salvini a giugno del 2018, ripresa da alcuni siti della comunità islamica italiana.

“Davanti ai tentativi di mobilitazione dei musulmani e di strumentalizzazione ‘politicheggiante’, messa in cantiere contro di lei e l’attuale governo, reo secondo costoro di razzismo, xenofobia, islamofobia e quant’altro di nefasto, ritengo, in quanto italiano di religione musulmana, siano opportuni dei chiarimenti per il suo futuro operato”, si legge nel testo.

“ […] sono anche i musulmani d’Italia disponibili a partecipare maggiormente alla coesione nazionale e – cogliendo le novità positive di questo governo – contribuire ad un raggiungimento di una intesa con lo Stato e la società italiana che consenta – propone Camiletti – in conformità con le leggi, quei diritti collettivi del culto. Uno dei primi nodi da sciogliere, penso, sia quello di non sovrapporre le complesse problematiche dell’immigrazione (in special modo quelle degli ultimi anni) a quelle sorte con la presenza della consistente minoranza islamica in (e di) Italia”.

E conclude: “Bisogna essere reciprocamente, noi e lei, ministro, consapevoli che deve essere sviluppato l’Islam d’Europa che sappia essere in grado di discernere tra ciò che costituisce l’autentico messaggio religioso dell’Islam e ciò che invece fa parte di culture locali, consuetudini e modi, retaggio dei paesi di provenienza, abbigliamento incluso, ma che hanno poco a che fare con l’essenza dell’Islam […] Non sono così ingenuo da pensare che tutte le cose andranno a posto, ma neanche cosi cinico da sottrarmi all’impegno”.

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